Il grafico non mente: qualcosa si muove intorno a Eni. Dopo aver toccato i 14,489 nel 2024, il titolo ha iniziato una discesa che ha sorpreso molti. Ma ora i prezzi si aggirano intorno a 13,08 euro e l’interesse torna alto. È solo un rimbalzo? O l’inizio di una nuova fase?
I segnali tecnici e le raccomandazioni degli analisti parlano chiaro, e aprono uno spiraglio su quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi. Il titolo Eni torna al centro dell’attenzione.

Chi segue Eni da un po’ lo sa: i movimenti del titolo non sono mai banali. Quello che sembrava un 2024 in continua ascesa si è trasformato in un viaggio a ostacoli, con il prezzo che da 14,489 è scivolato fino a 10,804 ad aprile di quest’anno. Un calo importante, che ha acceso campanelli d’allarme e alimentato dubbi tra gli investitori più cauti. Ma nonostante tutto, il titolo non si è spezzato. Anzi, proprio in quei minimi ha mostrato una certa forza, rimbalzando su una zona cruciale: la media mobile a 200 settimane, un livello che storicamente rappresenta un’area di difesa significativa.
Oggi i prezzi gravitano attorno a 13,08 euro, e cresce la curiosità su dove stia andando davvero il titolo. È ancora presto per cantare vittoria, ma gli elementi per una ripresa più solida iniziano a esserci. Non si tratta solo di grafici e supporti, ma anche di sentiment e percezioni.
Eni e la tecnica: segnali da leggere con attenzione
Analizzando il grafico, si nota come il titolo abbia rimbalzato in prossimità di una zona tecnica molto interessante: la lingua trimestrale dell’Alligator Index ha fatto da cuscinetto, proprio mentre la media mobile di lungo periodo (200 settimane) si avvicinava. Questa coincidenza ha restituito un po’ di fiducia al mercato. Eni ha così trovato un primo supporto a 12,17, che al momento tiene bene. Ma l’attenzione ora è tutta sulla resistenza a 13,89 euro, vero spartiacque per un ritorno alla crescita.

L’indicatore Alligator, poco usato ma molto efficace nei movimenti di medio termine, sta “aprendo la bocca”, segno che una possibile tendenza positiva potrebbe farsi strada. A tutto questo si aggiunge un dato che incuriosisce: il target medio degli analisti, secondo Marketscreener, è fissato a 14,94 euro, con un margine potenziale di crescita del +14,21% rispetto al prezzo attuale. Niente di clamoroso, ma abbastanza per attirare l’attenzione di chi cerca valore in una fase di mercato complessa.
Gli analisti restano fiduciosi: accumulare sì, ma con testa
Dall’inizio del 2025 in poi, diverse banche d’affari hanno aggiornato le loro raccomandazioni su Eni. Attualmente, 23 analisti seguono il titolo e la media delle valutazioni è “Accumulate”. Non è una chiamata all’acquisto entusiasta, ma un segnale di fiducia graduale. Significa che chi entra oggi deve pensare a un investimento di medio termine, senza aspettarsi miracoli da un giorno all’altro.
Tra le più attive ci sono nomi come Goldman Sachs, Barclays e JPMorgan, che vedono in Eni un’occasione concreta legata alla solidità finanziaria, al posizionamento sul gas naturale e alla gestione del capitale. Nessuno si sbilancia in previsioni euforiche, ma il messaggio è chiaro: Eni non è un titolo da sottovalutare in questa fase. I fondamentali restano solidi, e i prossimi trimestri potrebbero essere decisivi.