Unire due appartamenti adiacenti e accedere al bonus ristrutturazioni genera spesso dubbi sul massimale e sulla corretta gestione dei documenti. Il limite di 96.000 € previsto dalla normativa non si perde in caso di fusione, perché si calcola in base alle unità immobiliari esistenti al momento della SCIA. La differenza la fa la corretta intestazione di fatture e bonifici parlanti, che determinano a chi spetta la detrazione 50%.
L’unione di due appartamenti è un intervento di manutenzione straordinaria frequente, soprattutto quando si intende ampliare lo spazio familiare. La disciplina fiscale richiede però di distinguere tra la situazione catastale iniziale e quella finale. Il massimale di 96.000 € non si applica all’immobile risultante, ma alle singole unità presenti all’avvio dei lavori. Ciò significa che se al momento della presentazione della SCIA le unità erano due e autonomamente accatastate, il plafond si raddoppia fino a 192.000 €. Questa regola è stata più volte confermata dall’Agenzia delle Entrate attraverso circolari e risposte a interpelli, ribadendo che conta la situazione esistente prima della fusione catastale. Non mancano ulteriori conferme da fonti specialistiche come BibLus ACCA e FiscoeTasse, che richiamano l’orientamento del Consiglio Nazionale del Notariato in materia di bonus edilizi.

La gestione pratica riguarda anche la ripartizione delle spese tra i diversi proprietari. In separazione dei beni o in comproprietà, il rischio è che un solo intestatario non abbia capienza fiscale per sfruttare appieno la detrazione. In questi casi, la soluzione migliore è prevedere fatture e bonifici cointestati o separati, così da consentire a ciascun soggetto di detrarre la propria quota. L’Agenzia delle Entrate sottolinea infatti che il diritto alla detrazione spetta esclusivamente a chi sostiene la spesa ed è indicato nei documenti. La corretta pianificazione consente quindi di non perdere vantaggi fiscali importanti, trasformando l’unione degli immobili in un intervento sostenuto anche dal punto di vista economico.
Il massimale raddoppiato grazie alle unità preesistenti
Il principio alla base del bonus ristrutturazioni stabilisce che il limite di 96.000 € vada riferito alle unità immobiliari esistenti all’inizio dei lavori. Se la fusione coinvolge due appartamenti distinti e autonomamente accatastati, il massimale si moltiplica e diventa complessivamente 192.000 €. La successiva fusione catastale non riduce il diritto già maturato e le spese sostenute su entrambe le unità rientrano nell’agevolazione, purché riconducibili a interventi di manutenzione straordinaria come il collegamento interno tra gli immobili o la ridistribuzione degli spazi.

Le fonti ufficiali, tra cui le guide “Ristrutturazioni edilizie – Detrazioni fiscali” dell’Agenzia delle Entrate e i vademecum ENEA, confermano che il conteggio non guarda all’esito finale ma alla situazione iniziale. Questo significa che anche se l’immobile diventa uno solo, il contribuente ha diritto a utilizzare il doppio massimale. Le somme vengono detratte in dieci rate annuali di pari importo, secondo le regole generali previste per il bonus ristrutturazioni.
Fatture, bonifici e ripartizione tra più proprietari
La detrazione spetta esclusivamente a chi risulta come pagante nelle fatture e nei bonifici parlanti. Con più proprietari, la scelta più corretta è intestare i documenti a entrambi o emettere fatture separate, indicando le rispettive quote. Nei bonifici devono comparire i codici fiscali dei beneficiari e la partita IVA o il codice fiscale dell’impresa esecutrice, oltre alla causale specifica. Se tutta la documentazione è intestata a un solo soggetto, solo lui potrà fruire della detrazione; in caso di incapienza IRPEF, l’agevolazione non può essere trasferita automaticamente all’altro coniuge o comproprietario. Per questo motivo è utile programmare i SAL e i pagamenti fin dall’inizio in modo proporzionale alle quote, così da permettere a ciascun soggetto di beneficiare della parte spettante. Documenti come la SCIA, i contratti, i computi, le fatture e le ricevute dei bonifici parlanti vanno conservati con cura, insieme alle comunicazioni ENEA se richieste. Le fonti consultate, tra cui le circolari dell’Agenzia delle Entrate, le FAQ ENEA e gli studi del Consiglio Nazionale del Notariato, confermano che la corretta intestazione e la tracciabilità delle spese sono condizioni imprescindibili per non perdere il diritto alla detrazione 50%.