I BTP a 5 anni tornano al centro dell’attenzione con un rendimento lordo del 2,87%. Una scelta che può sembrare interessante, ma che nasconde vantaggi e rischi da valutare attentamente, come segnalano i principali analisti finanziari italiani.
I Buoni del Tesoro Poliennali rappresentano da sempre uno degli strumenti di risparmio più utilizzati dalle famiglie italiane, in particolare nei momenti di incertezza sui mercati. La durata quinquennale di questo titolo di Stato lo rende adatto a chi desidera una soluzione di medio termine, senza esporsi troppo alle oscillazioni dei tassi di interesse.
Negli ultimi mesi il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha registrato una forte domanda per i collocamenti di BTP, a conferma del rinnovato interesse dei risparmiatori. Tuttavia, la dinamica dell’inflazione e le decisioni della Banca Centrale Europea giocano un ruolo cruciale nella reale convenienza di questo strumento.

Secondo gli esperti di Bankitalia, la stabilità della cedola garantisce un flusso sicuro, ma il rendimento netto effettivo potrebbe essere limitato dalla pressione dei prezzi al consumo. Allo stesso tempo, le valutazioni sul mercato secondario possono influenzare il valore del titolo in caso di vendita anticipata.
Gli analisti sottolineano anche la questione della tassazione, che riduce il guadagno reale rispetto al rendimento lordo dichiarato. L’interesse verso i titoli pubblici resta comunque elevato, alimentato dalla percezione di maggiore sicurezza rispetto ad altri investimenti.
I vantaggi del BTP quinquennale con rendimento al 2,87%
Uno dei principali punti di forza di questo BTP riguarda la sicurezza garantita da un titolo di Stato, considerato meno rischioso rispetto a strumenti finanziari privati. La durata di 5 anni consente di pianificare con chiarezza la gestione della liquidità e rappresenta un compromesso tra breve e lungo periodo.
Il rendimento lordo del 2,87% può essere interessante in un contesto in cui i tassi sono attesi in calo nei prossimi trimestri. In questo scenario, bloccare un flusso cedolare certo diventa una forma di protezione per i risparmiatori più prudenti. Gli esperti di Intesa Sanpaolo evidenziano che la prevedibilità della cedola e l’elevata liquidità sul mercato secondario aumentano l’attrattiva di questo strumento.

Infine, il BTP consente anche una diversificazione del portafoglio, riducendo l’esposizione esclusiva ad azioni o strumenti più volatili. Questo lo rende appetibile soprattutto per i piccoli risparmiatori alla ricerca di stabilità e di un rendimento certo.
I limiti e i rischi da considerare
Il primo limite riguarda la tassazione sugli interessi, fissata al 12,5%, che riduce il rendimento netto al di sotto del valore lordo. Inoltre, l’aumento dell’inflazione può erodere il potere d’acquisto delle cedole, riducendo di fatto i benefici per chi mantiene il titolo fino alla scadenza.
Un altro fattore critico riguarda l’andamento dei tassi di interesse: qualora questi dovessero salire, il valore del titolo sul mercato secondario rischierebbe di diminuire, penalizzando chi volesse liquidare prima della scadenza.
Gli analisti di Moody’s hanno inoltre sottolineato che, in caso di scenari macroeconomici instabili, anche i titoli pubblici possono subire oscillazioni di prezzo. Per questo motivo, il rendimento effettivo potrebbe risultare inferiore alle attese iniziali.
Infine, resta il rischio connesso alla rigidità temporale: il capitale rimane vincolato per 5 anni, limitando la flessibilità di utilizzo delle somme investite. Una valutazione attenta delle proprie esigenze di liquidità diventa quindi essenziale.