Il titolo Avio ha registrato un balzo clamoroso in borsa, crescendo del 281% in un anno grazie alla svolta nella difesa con contratti negli Usa. La società ha annunciato un aumento di capitale fino a 400 milioni €, con l’obiettivo di rafforzare il business militare e investire in un nuovo impianto americano.
Negli ultimi dodici mesi il titolo Avio, produttore di razzi spaziali di Colleferro, ha vissuto una crescita straordinaria, culminata in sei sedute consecutive di rialzi che hanno portato le quotazioni fino a 44,8 € (+26%). La spinta è arrivata dall’annuncio ufficiale di un aumento di capitale da 400 milioni € con diritto d’opzione, destinato a finanziare lo stabilimento negli Stati Uniti per la produzione di motori a propellente solido. La strategia guarda al rafforzamento della difesa, settore che nel primo semestre 2025 ha rappresentato 40 milioni su 235 milioni € di ricavi totali (+30%).

I contratti firmati con la Us Army e Raytheon nel 2024 hanno aperto a nuove prospettive, facendo crescere l’interesse degli investitori internazionali. All’inizio i mercati avevano reagito con cautela, anche a causa dei dubbi su una possibile mancata adesione di Leonardo, socio di riferimento con il 28,75%. Tuttavia, le rassicurazioni dell’amministratore delegato Giulio Ranzo, che ha sottolineato 180 milioni € di nuovi ordini nel semestre e l’espansione degli accordi con le forze armate americane, hanno rilanciato la fiducia sul titolo.
I target degli analisti e le prospettive di crescita
Secondo gli analisti, le prospettive di Avio nella Defence Propulsion sono superiori a quanto stimato in precedenza. Equita ha rivisto al rialzo il target price a 37 € (da 25 €), mantenendo il rating hold, mentre Banca Akros indica 32 € con giudizio buy. Intesa Sanpaolo si posiziona a 34,5 € sempre con raccomandazione buy. Le stime iniziali parlavano di una crescita media del fatturato del 10% e dell’ebitda del 15% fino al 2034, ma Equita ritiene che i ricavi possano raggiungere 600 milioni € entro il 2035, per tre quarti legati ai clienti statunitensi. La valorizzazione del business difesa si inserisce in un contesto europeo caratterizzato dal piano di riarmo di Bruxelles, che destina 800 miliardi € al comparto.

La capitalizzazione di Avio, pari a circa 1,2 miliardi €, resta contenuta rispetto ai competitor americani: Rocket Lab vale 23 miliardi $ ma opera con razzi più piccoli, mentre Firefly, quotata al Nasdaq, capitalizza 6 miliardi $ con un’esperienza di lanci molto inferiore. Avio ha all’attivo 25 lanci satellitari e la produzione di componenti per Ariane, consolidando la sua posizione strategica.
I dubbi di Leonardo e il peso degli Usa
Resta incerta la partecipazione di Leonardo all’aumento di capitale, che comporterebbe un impegno da circa 115 milioni €. Se il gruppo non aderisse, la sua quota scenderebbe al 25%. Secondo indiscrezioni, il business di Avio non sarebbe ritenuto strategico, anche perché Leonardo è già azionista del consorzio missilistico Mbda, partner e al tempo stesso competitor. Il settore dei lanciatori, infatti, è altamente rischioso e capital intensive, con margini ridotti e complessità operative legate a possibili incidenti. Tuttavia, per l’Italia la società resta strategica: i razzi Vega C, insieme agli Ariane francesi, sono gli unici lanciatori europei. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha sottolineato che la decisione finale sull’adesione di Leonardo spetterà al governo, che controlla il 30,2% del capitale della società.
Nel frattempo, l’interesse degli investitori americani si fa più concreto: oltre alla ricapitalizzazione con diritto d’opzione, l’assemblea di Avio potrebbe autorizzare un ulteriore aumento di capitale fino al 10% senza diritto di opzione, aprendo a nuovi soci internazionali. Le valutazioni, considerate elevate in Italia, restano invece più contenute rispetto ai multipli americani, rendendo il titolo interessante per chi guarda al potenziale di crescita nel mercato della difesa e dello spazio.