5 scenari sorprendenti sul bonus casa 50%: proroga in vista e nuova detrazione in 5 anni

Il futuro del bonus casa al 50% è al centro delle discussioni politiche. Il Governo valuta la proroga per il 2026, evitando il ritorno all’aliquota del 36%. Sul tavolo anche l’ipotesi di una nuova rateizzazione delle spese in 5 anni. Le decisioni potrebbero arrivare con la prossima legge di bilancio.

Il tema del bonus casa resta tra i più seguiti dai contribuenti italiani. La detrazione per le ristrutturazioni edilizie, oggi fissata al 50% con un massimale di 96.000 € per unità immobiliare, rappresenta una delle agevolazioni più utilizzate. Senza interventi normativi, dal 1° gennaio 2026 la percentuale scenderebbe automaticamente al 36%, con un limite di 48.000 €. La viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava ha aperto a una proroga, annunciando che il dossier è allo studio. Il tema è complesso e intreccia esigenze di bilancio, lotta all’evasione e politiche di sostegno all’edilizia. L’ipotesi di mantenere l’aliquota al 50% incontra l’interesse di famiglie e imprese, che vedrebbero garantita continuità a un incentivo stabile da oltre vent’anni.

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5 scenari sorprendenti sul bonus casa 50%: proroga in vista e nuova detrazione in 5 anni – trading.it

Un’altra proposta in discussione riguarda la modalità di fruizione: il ritorno alla rateizzazione in 5 anni, invece delle attuali 10, per favorire un recupero più rapido delle somme spese. Secondo fonti parlamentari e analisi pubblicate da Il Sole 24 Ore, la misura rientra tra le priorità fiscali, insieme alla revisione di ecobonus e superbonus. Restano da chiarire i margini di spesa pubblica, dato che il MEF ha più volte richiamato l’attenzione sull’impatto finanziario delle agevolazioni edilizie.

Proroga al 50% e confronto con il regime ordinario

Il bonus ristrutturazioni è stato introdotto nel 1998 con aliquota del 36% e tetto di 48.000 €, poi più volte prorogato e rafforzato. Dal 2012 l’aliquota è stata innalzata al 50% e il limite a 96.000 €, misura confermata fino al 2025. In assenza di proroga, dal 2026 scatterebbe il ritorno alla disciplina originaria, con un risparmio fiscale dimezzato. La proroga in discussione eviterebbe questo scenario, garantendo il mantenimento delle condizioni più favorevoli. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Economia, il bonus casa ha generato negli anni un volume rilevante di investimenti privati, stimolando interventi di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza e ammodernamento delle abitazioni.

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Proroga al 50% e confronto con il regime ordinario – trading.it

La detrazione viene fruita attualmente in 10 quote annuali, riducendo l’impatto immediato sulle casse pubbliche. Con la nuova ipotesi di 5 anni, il beneficio fiscale si concentrerebbe in un periodo più breve, aumentando l’appeal per i contribuenti ma richiedendo maggiori risorse a bilancio nell’immediato. L’eventuale conferma al 50% si inserirebbe in una linea di continuità con gli ultimi anni, scongiurando il ritorno al 36% che rischierebbe di frenare gli interventi edilizi di minore entità.

Ipotesi rateizzazione in 5 anni e riflessi fiscali

Il dibattito sulla rateizzazione nasce dall’esigenza di bilanciare l’efficacia dell’incentivo con la sostenibilità finanziaria. Attualmente, le spese per il bonus casa sono detratte in 10 anni: un orizzonte temporale lungo, che in alcuni casi limita la fruibilità, soprattutto per i contribuenti più anziani. Il ritorno alle 5 rate annuali, adottato in passato, consentirebbe un recupero più veloce del 50% delle spese. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la misura è considerata favorevolmente da parte delle associazioni di categoria del settore edile, che vedono in questa modifica un incentivo ad avviare lavori di importo medio-basso. Allo stesso tempo, il MEF valuta l’impatto in termini di gettito e di sostenibilità, ricordando che una concentrazione della detrazione su un periodo più breve aumenterebbe l’onere annuo per lo Stato.

Anche l’ANCE, associazione nazionale costruttori, ha sottolineato che la stabilità delle regole è un fattore determinante per pianificare gli investimenti e sostenere il comparto. La discussione resta aperta e sarà definita in sede di legge di bilancio, con l’obiettivo di coniugare il sostegno alle famiglie con la necessità di controllare la spesa pubblica.

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