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Abusi edilizi, è caos: la nuova sentenza ti prende alla sprovvista, come reperire la documentazione

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Avere tutta la documentazione è necessario, ma davanti gli abusi edilizi, molti sono impreparati. Con questa guida, ci si affida alla giusta gestione, evitando di cadere nel caos.

Cosa serve secondo la nuova sentenza? Di certo, essere in regola, ma a quanto pare se manca anche solo un documento, la situazione potrebbe sprofondare nel caos. Imparare a gestire temi come gli abusi edilizi non è facile quando si è protagonisti, ma avere tutto sotto controllo è fondamentale, anche perché si rischia di perdere tutto e di dover pagare multe salatissime.

Abusi edilizi, è caos: la nuova sentenza ti prende alla sprovvista, come reperire la documentazione- Trading.it

Cos’è l’abuso edilizio? Si tratta di costruzione o ristrutturazione di un immobile che non rispetta la normativa vigente. Ci sono appunto, diverse tipologie di illeciti, e le sanzioni sono penali o amministrative, dipende dal caso concreto. In ogni caso, non si deve considerare l’illecito come un danno irreparabile, perché si potrebbe essere sia vincitori di un ricorso, che aver la possibilità di sanare la questione conformandosi a quanto stabilito per legge.

Quest’ultima possibilità è data dal Decreto Salva Casa che facilita il processo di regolarizzazione in questione. Di certo però, non vale per qualsiasi casa, ma per le situazioni non troppo gravi. Chi si avvale di questa carta, deve esprimere quali sono le irregolarità, come l’aver fatto modifiche senza averne le dovute autorizzazioni.

Ma la materia si restringe ancora di più dopo la sentenza del Consiglio di Stato: non tutti i casi di abuso si possono regolarizzare, e la normativa blocca tanti percorsi di redenzione. La decisione discende da un soggetto che ha fatto appello al ricorso dopo un rifiuto del TAR in merito alla richiesta di sanatoria.

Attenzione agli abusi edilizi, gli aggiornamenti in materia sono… peggiori!

Cosa succede quando si decide di fare ricorso? La questione sfocia in dettagli a volte difficili da scovare, ma che fanno la differenza per alcuni cittadini. Davanti l’aggiornamento della giurisdizione mediante la sentenza, si evince che la trasparenza, la correttezza e la lotta dell’abusivismo, siano chiavi essenziali da conseguire, ma ecco cosa succede quando non si è d’accordo.

Attenzione agli abusi edilizi, gli aggiornamenti in materia sono… peggiori!- Trading.it

Il soggetto presenta il ricorso dopo il riconoscimento da parte dell’amministratore, di alcune violazioni presenti durante i lavori. Si trattava di opere di trasformazione di un locale cantina adibito a deposito, il tutto in pieno contesto residenziale con arredo moderno ed elettrodomestici. Ma non finisce qui. Poiché a ciò si aggiungeva anche la costruzione di un deposito e di un box auto su aree comuni dell’edificio.

Le operazioni si sono consolidate con il mancato rispetto delle concessioni edilizie, poiché non erano presenti. Inoltre, la zona in questione era soggetto a vincolo paesaggistico: insomma, più abusivismo di così, non si può. La sanatoria spingeva su tre elementi in particolare. Quello di realizzare nuovi volumi, cambiare la destinazione d’uso, e la viola delle normative sui vincoli paesaggistici. Perché è stato bocciato?

Tutela dei propri interessi: come il cittadino può far fronte alle complicazioni del sistema

Cosa deve fare il cittadino per sostenere le sue ragioni? In questa ultima sezione, si analizza il comportamento che dovrebbe tenere quest’ultimo per tutelare la propria condizione. Il sistema vive delle grosse complicazioni, ma di certo insistere sulla trasparenza è la chiave per la più corretta ed equa gestione.

Tutela dei propri interessi: come il cittadino può far fronte alle complicazioni del sistema- Trading.it

Il Consiglio di Stato conferma il diniego del TAR, perché a prescindere dal fatto che chi ha commesso l’illecito sia stato il proprietario attuale o il predecessore, tutti devono regolarizzarsi e rispettare i vincoli. Quindi, anche se è stato il proprietario precedente a macchiarsi di queste decisioni, il nuovo è obbligato a rimuovere l’abuso. Appunto, non basta dichiarare l’opera abusiva per “regolarizzare”.

È stato questo il movente del diniego. Anche perché il proprietario deve dimostrare che l’opera era conforme sia quando è stata realizzata che quando la domanda era stata presentata. Infine, proprio perché si tratta di zone paesaggistiche particolari, questi lavori non possono essere sanati, poiché violano le norme di tutela del territorio.

Fabiana Donato

Redattrice classe '96 nata sotto il segno dei pesci, ma con la grinta di un ariete che passa le giornate tra la kick boxing e la scrittura. Amante di film, anime, libri e manga, ed interessata a tutti ciò che anima il mondo. Laureata in scienze politiche e storia, insegnante a tempo perso, con l'obiettivo di pubblicare le sue storie.

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