Accertamenti del Fisco: novità durissima, ciò che dicono altri ha valore di prova nei tuoi riguardi

La sentenza n. 9151 della Cassazione chiarisce le ultime novità sugli accertamenti dei Fisco, ecco cosa cambia.

Gli accertamenti del Fisco prendono il nome di controllo analitico-induttivo riprendendo l’art. 39 del DPR n. 600/1973. Le dichiarazioni dei fornitori del contribuente soggetto ad esame possono rientrarvi, lo dice la Cassazione nella sentenza n. 9151 del 7 aprile 2025.

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Accertamenti del Fisco: novità durissima, ciò che dicono altri ha valore di prova nei tuoi riguardi- (@Ansafoto) Trading.it

Protagonista una società in accomandita semplice per cui sono stati contestati maggiori redditi e minori costi davanti fatture fittizie emesse rispetto delle operazioni inesistenti.

Gli accertamenti del Fisco sono subentrati in seguito all’evidenza di incongruenze tra la contabilità della società e le dichiarazioni di terzi fornitori.

Questo in seguito ai questionari inviati dall’ADE per finalizzare il controllo.

La società ha fatto ricorso, e in primo grado la CTP di Brindisi lo ha accolto in parte, mentre la CTR della Puglia mediante la decisione n.1731/2018 ha annullato del tutto l’atto impositivo.

Per i giudici tributari le dichiarazioni di terzi erano mere presunzioni di poca concretezza. Mancavano elementi rilevanti per determinare il controllo contabile e definire quella decisione.

Anche l’ADE ha risposto con il ricorso, e la Cassazione ha richiamato il proprio indirizzo, definendo che invece le dichiarazioni di terzi in sede extraprocessuale hanno valore probatorio proprio per gli indizi emersi.

Ciò non determina infatti far venire meno il potere-dovere del giudice di valutare l’attendibilità delle dichiarazioni in virtù del principio della libera valutazione delle prove sancito dalla pronuncia n. 28022/2024.

La suddetta dichiarazione della Cassazione chiarisce che la credibilità dei terzi deve essere determinata in relazione a elementi oggettivi e soggettivi, come la qualità e la vicinanza alle parti in gioco. Ed è in questo aspetto che si indaga sul ricorso.

La novità sugli accertamenti del Fisco, l’evoluzione della Cassazione

Gli accertamenti del Fisco derivano da irregolarità della contabilità, passività inesistenti, e per la mancanza di testimonianza di pagamenti effettivamente realizzati. Ma c’era un’altra discrepanza emersa.

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La novità sugli accertamenti del Fisco, l’evoluzione della Cassazione- Trading.it

Si è definita una discrepanza tra debiti della contabilità e importi a loro volta dichiarati dai fornitori, ecco perché le loro dichiarazioni sono state così importanti e hanno portato i giudici della Cassazione a utilizzare il metodo induttivo. Anche se formalmente la contabilità pare regolare, non è attendibile.

Nonostante le “presunzioni siano semplici”, sono precise e gravi, ma soprattutto congruenti! La società avrebbe dovuto fornire prova contraria, dimostrando il proprio operato.

Di contro, è stata cassata la sentenza della CTR Puglia, perché i giudici tributari non hanno guardato il quadro completo, ma si sono limitati a richiamare la sentenza assolutoria per il socio accomandatario.

Infine, il ricorso dell’ADE è stato accolto.

I giudici hanno affrontato il principio dell’applicabilità del disposto all’art. 21-bis del Dlgs n. 74/2000, per l’efficacia delle sentenze penali nei processi tributari e della Cassazione.

Il mancato deposito della sentenza penale ha reso impossibile qualunque forma di verifica in merito al contenuto del giudicato.

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