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Accertamenti del Fisco sui conti: arrivano i nuovi limiti dalla Cassazione

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La Cassazione pone nuovi limiti quando si occupa degli accertamenti del Fisco sui conti: l’ordinanza che determina l’onere probatorio.

Cos’è l’onere probatorio e cosa implicano i nuovi accertamenti del Fisco sui conti? Di certo, controlli più stringenti, l’inedito concerne le modalità nelle quali avvengono. L’ordinanza n. 5529 dello scorso 2 marzo della Cassazione si pronuncia sulla questione, riferendosi specificatamente ai conti correnti non intestati al contribuente, ma a terzi. Quali sono i limiti?

Accertamenti del Fisco sui conti: arrivano i nuovi limiti dalla Cassazione- Trading.it

Questo è il contesto entro il quale si muove l’aggiornamento, porre in essere dei controlli stringenti per far cadere i furbetti che vorrebbero sfruttare il sistema. Infatti, è proprio l’onere della prova sulla disponibilità concreta di tali conti ad entrare in gioco.

L’indagine è portata avanti dall’Amministrazione finanziaria che deve accertarsi che sui conti sia tutto in regola. Fin qui è chiaro, ma l’aspetto più interessante è che l’onere della prova sopracitato, sarà proprio l’elemento che farà cadere come un domino tutti i furbetti del sistema.

Il Fisco cambia le modalità, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: perseguire chi non rispetta la legge in materia di diritto bancario. Infatti, la questione nasce da un caso concreto realmente accaduto e che ha visto l’intervento mirato e tempestivo dell’ADE.

Nuovi accertamenti del Fisco sui Conti: la normativa a sostegno dei casi

Protagonisti della vicenda sono l’Agenzia delle Entrate, la quale aveva contestato ad un contribuente titolare di attività economica, secondo soggetto in gioco, dei redditi maggiori per il 2010, rispetto a quanto lui ne avesse dichiarati. Da un avviso di accertamento parte l’aggiornamento degli accertamenti del fisco sui conti.

Nuovi accertamenti del Fisco sui Conti: la normativa a sostegno dei casi- Trading.it

L’ADE non ha parlato a caso, ma ha espresso la contestazione dopo aver analizzato le movimentazioni presenti non solo sui conti correnti del soggetto in questione, ma anche si quelli dei familiari come la sorella, il cognato e i nipoti.

Per la Commissione Tributaria Regionale la ripresa fiscale era da ritenersi legittima, poiché la delega a operare su questi conti, giustifica l’imputazione delle operazioni al soggetto preso in causa.

Di contro, la Cassazione ha accolto il ricorso, facendo riferimento all’art. n. 32 del DPR n. 600 del ’73. Questo consente gli accertamenti sui conti intestati ai terzi, ma solo nel caso in cui l’ufficio dimostri con prove manifeste, appunto l’onere probatorio, che questi conti siano nelle disponibilità concrete del soggetto in esame.

Quindi, non basta intestare ai familiari i conti per considerarsi “puliti” e a prova di legge. Perché costituiscono comunque prova sufficiente per collocare al contribuente i movimenti bancari.

Così, la Suprema Corte ha ripreso vecchi orientamenti per definire che l’ADE può far uso della presunzione legale all’articolo sopracitato, solo dopo aver dimostrato mediante prove manifeste, che i conti siano riconducili all’attività del soggetto contestato.

Fabiana Donato

Redattrice classe '96 nata sotto il segno dei pesci, ma con la grinta di un ariete che passa le giornate tra la kick boxing e la scrittura. Amante di film, anime, libri e manga, ed interessata a tutti ciò che anima il mondo. Laureata in scienze politiche e storia, insegnante a tempo perso, con l'obiettivo di pubblicare le sue storie.

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