Fare chiarezza sulle differenze tra acconti e caparre: in questo modo al momento dell’affitto dell’appartamento non ci si farà ingannare
Quando si affitta casa, è comune dover versare una somma di denaro anticipata per bloccare l’immobile. Questa operazione, però, può assumere due forme principali: acconto o caparra.
Nel mondo immobiliare, soprattutto durante gli accordi tra privati, quando non c’è di mezzo il tramite dell’agenzia, questi due termini vengono spesso sovrapposti o confusi.
Le due modalità però hanno implicazioni legali ed economiche molto diverse. Sia quindi se si è dalla parte del locatario che del locatore, è sempre bene informarsi sulla legge italiana in merito alla questione di questo denaro in anticipo che deve essere versato.
In base a cosa ci verrà richiesto, la legislazione cambierà in quanto acconto non è sinonimo di caparra, come invece spesso viene utilizzato. Vediamo nello specifico cosa cambia.
L’acconto è semplicemente una parte del prezzo totale, un anticipo, appunto, che viene dato per bloccare la casa per dimostrare l’impegno all’acquisto. Ovviamente attenzione a chi vi chiede l’acconto senza neanche avervi fatto vedere l’appartamento: il web è pieno di truffatori che si prendono i soldi e poi scompaiono senza avere alcun appartamento a disposizione. L’acconto comunque non prevede penalità in caso di mancato accordo, il che significa che in situazioni di controversia, il venditore dovrà restituirlo interamente.
La caparra, invece, è un impegno più vincolante e può assumere due forme: caparra confirmatoria e caparra penitenziale e viene richiesta per assicurarsi che il locatario faccia buon uso dell’appartamento. I due casi si differenziano per alcune sottigliezze importanti da conoscere: con la caparra confirmatoria, se l’acquirente si tira indietro, il venditore ha diritto a trattenere la somma versata; se è il venditore a non rispettare l’accordo, l’acquirente può invece richiedere il doppio della cifra. Con la caparra penitenziale, invece, entrambe le parti possono recedere dall’accordo, ma chi lo fa perde la somma versata o deve restituirla raddoppiata.
Immagina di voler affittare un appartamento e di versare 100 euro al momento del compromesso. Se si tratta di un acconto, in caso di mancato accordo, il venditore dovrà restituirli. Con una caparra confirmatoria, invece, la somma può essere trattenuta o raddoppiata, a seconda di chi non rispetta l’accordo. C’è anche chi potrebbe richiedere entrambi le cose: sia un acconto iniziale, che una caparra al momento della firma del contratto, l’importante è chiarire bene la legislazione in merito in modo di evitare di farsi truffare.
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