Non è una buona notizia per gli inquilini. Ora il proprietario della casa può aumentare il mensile dell’affitto in maniera unilaterale
In una situazione economica così difficile come quella che stiamo vivendo, avere una casa di proprietà è un vero e proprio miraggio. Molti cittadini non possono permettersi di pagare il mutuo e , quindi, decidono di ricorrere al classico affitto.
Ma il prezzo degli affitti, insieme ad altri prodotti e beni primari, sta aumentando sempre di più. A peggiorare questa situazione è il fatto che ora il proprietario può aumentare il canone mensile unilateralmente. Vediamo come funziona questa possibilità e perché è una vera stangata per gli inquilini.
Non tutti sanno che il locatore ha la possibilità di revocare l’opzione della cedolare secca prevista sul contratto. Ad ogni modo, il cambio di regime fiscale deve essere fatto rispettando quelli che sono i termini previsti per il pagamento dell’imposta di registro. Si tratta di una soluzione che concede al proprietario dell’immobile di aggiornare il canone dell’affitto all’indice Istat. Ad ogni modo, il proprietario sarà obbligato a pagare l’imposta per l’annualità di riferimento. La cedolare secca è infatti un regime di tassazione facoltativo utilizzata al posto dell’Irpef e delle addizionali. Si tratta di un’opzione prevista per chi percepisce dei redditi dall’affitto di immobili.
Secondo il provvedimento direttoriale del 7 aprile del 2011, il locatore ha l’obbligo di comunicare al conduttore – mediante raccomandata – la rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione. Il locatore avrà comunque la possibilità di revocare la cedolare secca nel corso di una delle annualità contrattuale successiva rispetto all’annualità in cui è stata esercitata. Questa modifica deve essere comunque attuata entro il periodo di pagamento dell’imposta di registro riferito a quel determinato anno.
Scegliendo la cedolare secca è possibile bloccare il canone di affitto. Per tutta la durata del contratto, quindi, il canone non può essere modificato per via delle variazioni derivanti dagli aggiornamenti Istat. Si tratta di un regime piuttosto conveniente sia per quanto riguarda il proprietario dell’immobile, che per il cittadino che usufruisce di una tassazione ridotta. Ma è vantaggioso anche per l’inquilino, in quanto non corre il rischio di vedersi aumentare il canone dell’affitto. Nel caso in cui sia presente nel contratto una clausola di revisione del canone, è possibile trovare un accordo tra le parti. Si potrà infatti concordare un nuovo costo dell’affitto basato su quelli che sono gli indici Istat o su altri parametri esplicitati all’interno del contratto.
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