I pensionati che ritirano le somme in contanti devono seguire in preciso calendario. Cosa succede se non si rispetta?
Nel caso di accredito diretto della pensione su conto corrente bancario o postale, i percettori ricevono le somme spettanti nel primo giorno bancabile del mese. I pensionati che, invece, hanno scelto di ritirare la prestazione in contanti presso gli Uffici postali devono rispettare un preciso calendario, stilato a seconda delle iniziali dei cognomi.

Per evitare inconvenienti, è opportuno verificare se presso l’Ufficio di competenza sono affissi avvisi e comunicazioni, perché le date di pagamento potrebbero variare a seconda del numero degli pensionati. Ma cosa succede se nel mese di agosto si è in ferie proprio nei giorni designati per il pagamento della pensione? È possibile ritirare le somme prima o dopo rispetto al proprio turno? Scopriamo cosa fare per non rinunciare al denaro spettante.
Cosa succede se non si rispetta il calendario dell’Ufficio Postale per il pagamento della pensione?
I pensionati che hanno optato per l’accredito diretto della pensione su conto corrente, libretto postale o carte collegata a un IBAN hanno ricevuto le prestazioni venerdì 1° agosto 2025 (primo giorno bancabile del mese). Chi, invece, deve ritirare i soldi in contanti presso gli Uffici Postali, deve rispettare il seguente calendario:

- venerdì 1° agosto: cognomi dalla A alla B;
- sabato 2 agosto (solo mattina): cognomi dalla C alla D;
- lunedì 4 agosto: cognomi dalla E alla K;
- martedì 5 agosto: cognomi dalla L alla O;
- mercoledì 6 agosto: cognomi dalla P alla R;
- giovedì 7 agosto: cognomi dalla S alla Z.
Ma cosa succede se, per svariati motivi, non è possibile recarsi nel giorno designato dall’Ufficio Postale? Questo è un quesito che si pongono i contribuenti soprattutto nei periodi di ferie e vacanze. Ebbene, la turnazione per il ritiro della pensione è altamente raccomandabile, ma non è tassativa. Di conseguenza, è possibile andare a ritirare le somme anche prima o dopo, senza che l’Ufficio Postale possa rifiutare l’erogazione.
Questo sistema, infatti, era stato introdotto durante la pandemia per evitare affollamenti nei primi giorni del mese e, poi, per comodità è stato mantenuto. Attenzione, però, perché esiste un limite temporale per la riscossione; il pensionato può ritirare le somme spettanti entro massimo 60 giorni. Trascorso tale inutilmente, la pensione tornerà nella disponibilità dell’INPS e l’interessato dovrà contattare l’Istituto di Previdenza per richiedere una nuova emissione della pensione. In conclusione, per chi deve recarsi in vacanza, è consigliabile anticiparsi, per evitare di dimenticare di ritirare la pensione al ritorno.