Da regina del litio a titolo dimenticato? Il crollo di Albemarle ha lasciato il segno, ma ora si intravedono segnali che stanno riaccendendo l’attenzione. Gli analisti sembrano convinti: il potenziale è alto, anche se il contesto resta incerto. Intanto i livelli tecnici parlano chiaro e alcuni investitori stanno tornando a studiare il grafico con interesse. Cosa c’è davvero dietro questa nuova ondata di ottimismo?
Chi ha seguito le azioni Albemarle negli ultimi anni ha assistito a una corsa mozzafiato, prima verso l’alto e poi in caduta libera. Il 2022 è stato l’anno d’oro: con l’esplosione della domanda di litio, il titolo è salito fino al massimo storico di 324,76 dollari.

Poi, la realtà ha presentato il conto. Il prezzo del litio ha iniziato a scendere, la concorrenza è aumentata e il mercato delle auto elettriche ha mostrato segnali di rallentamento. Così, le azioni Albemarle sono crollate fino agli attuali 57,94 dollari, appoggiandosi su un importante supporto grafico.
Ma il crollo, per quanto impressionante, non ha spento del tutto la fiducia. Anzi, secondo il consenso raccolto da Marketscreener, ben 28 analisti seguono il titolo e la maggior parte di loro consiglia OUTPERFORM. Il target medio è fissato a 82,94 dollari, con un potenziale di rialzo del +43,14% rispetto ai valori attuali. Un segnale chiaro che a Wall Street c’è ancora chi crede in Albemarle.
Cosa sta davvero succedendo ad Albemarle?
Albemarle Corporation, leader globale nella produzione di litio, opera in un settore fortemente ciclico e sensibile alle dinamiche globali. Il recente ribasso è stato aggravato da fattori combinati: il calo dei prezzi del litio, tensioni geopolitiche e aspettative troppo ottimistiche sul mercato EV. A livello tecnico, il titolo è intrappolato sotto la trend line discendente tracciata dai massimi del 2022 e schiacciato dalla media mobile a 200 mesi, due ostacoli forti per una possibile ripresa.

Tuttavia, i recenti sviluppi fanno pensare a un possibile cambiamento. Nei primi mesi del 2025, la società ha annunciato nuovi progetti di estrazione in Cile e Australia, destinati ad aumentare la produzione e a diversificare le fonti. Un passo importante in un contesto sempre più competitivo. Anche le banche d’affari si sono mosse: Citi ha alzato il target a 80 dollari, Goldman Sachs continua a sostenere il titolo e JPMorgan ha aggiornato il giudizio a Overweight.
Sebbene la situazione non sia priva di rischi, questi segnali hanno riportato l’interesse degli investitori. Il supporto tecnico a 49,43 dollari resta il livello chiave da monitorare, mentre la resistenza a 73,64 rappresenta il primo vero ostacolo per un’inversione di tendenza. Il movimento attuale sembra preparare il terreno a qualcosa di più.
Le scommesse sul futuro di Albemarle non sono solo un gioco di numeri. Riflettono una fiducia nel settore, nella gestione e in un potenziale di crescita che, seppur ridimensionato, rimane concreto. La vera domanda è: questa fiducia sarà sufficiente per invertire la rotta?