Altro che buoni fruttiferi: il BTP 3.1-01MZ40 spiazza tutti

Cosa farebbero 25.000 euro oggi se restassero lì, fermi per 15 anni? Qual è il compromesso giusto tra guadagno certo e rischio calcolato? Quando si parla di investimenti sicuri, i titoli di Stato tornano ciclicamente al centro dell’attenzione.

Ma è ancora conveniente oggi puntare tutto su strumenti come i buoni fruttiferi o i BTP a lunga scadenza? In questo articolo, si parte da un caso reale, quello di Giuliano, e si esplorano numeri veri e possibilità concrete. Il tutto con un occhio attento ai rendimenti effettivi, ma senza dimenticare i pericoli nascosti in certe alternative ad alto tasso.

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Quando la decadenza dalla rottamazione non è più automatica-trading.it

Il focus sarà su un’opzione in particolare, con dati attuali alla mano. E le sorprese non mancano.

Pensare a un investimento di lungo periodo richiede fiducia e una certa calma interiore. Non tutti sono disposti a vincolare oggi una somma significativa per un orizzonte così esteso. Ma chi lo fa, come Giuliano, è spinto dalla voglia di mettere ordine nei propri risparmi e garantirsi una rendita certa. I buoni fruttiferi postali, per esempio, promettono un rendimento lordo del 3%, ma al netto resta poco. Da qui nasce la necessità di guardare oltre, valutando anche opzioni come i BTP con scadenze più lunghe e condizioni più interessanti.

Il punto è che spesso il rendimento reale non coincide con quello promesso: serve leggere tra le righe, fare conti precisi e soprattutto capire se si è disposti a tollerare alcune oscillazioni lungo il percorso.

Quanto rende davvero un BTP a 15 anni

Il BTP 3.1-01MZ40 che Giuliano ha scelto di analizzare rappresenta un esempio concreto di investimento in titoli di Stato su lungo periodo. Il suo rendimento effettivo netto è del 3,55%, con un prezzo attuale di 90,7. Su un capitale di 25.000 euro, si parla di oltre 13.000 euro di ritorno complessivo tra cedole e rimborso a scadenza.

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Quanto rende davvero un BTP a 15 anni-trading.it

Questo titolo si distingue per una duration modificata di 11,27, che indica una certa sensibilità ai tassi, ma in un’ottica di mantenimento fino a scadenza, le fluttuazioni intermedie contano poco. Rispetto ai buoni fruttiferi, il rendimento netto risulta decisamente più interessante, anche considerando un profilo prudente. È una scelta che favorisce chi non ha bisogno di liquidità immediata e desidera una rendita programmata nel tempo.

Il vantaggio non sta solo nei numeri: c’è anche un aspetto emotivo. Sapere che ogni anno si riceverà una cedola sicura crea un senso di stabilità, non banale in tempi incerti come questi.

Obbligazioni in valute estere: tra sogni e trappole

L’alternativa delle obbligazioni in valuta estera, come rand sudafricano, peso messicano o lira turca, appare seducente a prima vista. I rendimenti promessi sono altissimi, ma dietro si celano rischi notevoli. Il cambio può azzerare i guadagni, e l’instabilità dei Paesi emittenti rende il tutto ancora più incerto.

Chi investe in questi strumenti gioca su un equilibrio sottile, dove basta poco per trasformare una speranza di guadagno in una perdita secca. Giuliano ha valutato anche queste possibilità, ma ha preferito restare su terreni più solidi, lasciando le scommesse agli audaci.

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