Molteplici riferimenti normativi e pronunce sull’amministratore condominiale, quali lavori può fare e quali no.
La prima autorità che si chiama in causa è nientepopodimeno che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la quale tratta i lavori che può fare l’amministratore condominiale. Compatibilità con quella di mediatore immobiliare? La pronuncia è sì, ecco cosa dice.
Senza l’amministratore condominiale mancherebbe la colonna portante che sorregge l’interno condominio. Sia per quieto vivere, che per la gestione dell’immobile. È al di sopra delle parti, super partes, e ciò è stato trattato anche a livello normativo per la regolamentazione della sua figura. Poiché anche qui ci sono delle incompatibilità a cui tenere conto.
Non è un professionista, non compie una professione esclusiva, per cui può svolgerne altre, basta che rispetti la normativa vigente. Ed è qui che ci sono state delle casistiche che hanno un po’ complicato la gestione della questione.
La mansione di agente immobiliare è stata trattata più volte, poiché rientrante in più episodi. Infatti, sono state tutta una serie di sentenze che dal 2024 lo hanno confermato, e hanno in parte modificato quanto previsto dall’art. 5, comma 3 Legge n. 39/1989, trattante l’esercizio di attività imprenditoriali specifiche.
Appunto, si fa riferimento alle seguenti: produzione, vendita, rappresentanza o promozione di beni dello stesso settore, per cui si esercita l’attività di “mediazione”. Sono incompatibili, l’agente immobiliare non può essere imprenditore nel settore in cui opera.
Cosa ha permesso all’amministratore condominiale invece di sì?
La pronuncia del Consiglio di Stato, quali lavori può fare l’amministratore condominiale
È stata la Cornice europea a dare una mossa affermativa, sancendo con la sentenza del 4 ottobre 2024, la compatibilità tra l’attività di agente immobiliare e quella di amministratore condominiale. Per la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si tratta di lavori che possono andare a braccetto senza violare la legge.
La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europe non è la prima a pronunciarsi in tal modo. Occorre ribadire infatti, che fa eco a quella della nostra Cassazione, a sua volta in contrasto con la Legge n. 39/1989, dichiarando appunto che le due mansioni sono ammissibili logicamente, nel rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza.
Questo definito ai sensi degli artt. 1130 e 1131 del c.c., per cui nei fatti si potrebbe consolidare l’incompatibilità, ma ciò non è presunto giuridicamente parlando. Soprattutto non lo si può confermare per ogni circostanza. È necessario che trapeli un eventuale conflitto che determini ciò, con tanto di dimostrazione del caso. Non c’è un’applicazione di divieto generale.
Infine, è stata la pronuncia del Consiglio di Stato che definisce in maniera determinante la questione. Ciò con sentenza n. 1925/2025, torna sul tema, ribadendo la piena compatibilità tra le due occupazioni.