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Anche gli istituti bancari italiani si preparano a un aumento sui tassi di interesse

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Brutte notizie da Bankitalia per chi vuole accendere un mutuo. Sembra finita infatti l’era dei tassi di interesse agevolati.

Se osserviamo l’Euribor a dodici mesi nel 2022 il tasso di interesse è passato da -0,5% a meno 0,1%. Un incremento notevole di 40 punti base che rende chiaro come anche le banche nostrane stanno preparandosi ad adeguare le richieste dei mutui a nuovi livelli.

Da qui a sei mesi anche la Banca Centrale Europea innalzerà il costo del denaro, diminuendo il costo per depositare la liquidità in eccedenza. Gli interventi di politica monetaria riflettono naturalmente la crescita dell’inflazione arrivata in Europa al 7,5%.

È di conseguenza è inevitabile aspettarsi che si innalzino anche le rate dei mutui bancari contratti a tasso variabile. A febbraio i tassi di interesse sui prestiti per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie come il Taeg sono passati dal 1,78 all’1,85%. I tassi sull’erogazione di prestiti di credito al consumo sono lievemente diminuite e passate dal 8,08% all’8,06.

Se apparentemente le rilevazioni sembrano poco incisive la prospettiva cambia in ottica di lungo periodo. Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso anche questi scontano le incertezze sullo scenario internazionale e possono essere ancora poche le occasioni quest’anno per ottenere un mutuo a condizioni vantaggiose.

Gli effetti della situazione internazionale sull’aumento dei tassi di interesse

La situazione internazionale rimane grave e incerta e la BCE manifesta la volontà di contenere i tassi di interesse attuali entro questa estate. Per decidere se accendere un mutuo quest’anno è possibile osservare l’andamento dell’Eurirs. Il parametro di riferimento per la definizione del prezzo dei mutui fissi è aumentato da inizio anno di 70 centesimi per un mutuo a 20 anni e di 50 centesimi per quello a 30 anni.

Tutto ciò ha naturalmente il potere di deprimere l’acquisto di nuove case data la difficoltà ad accendere un mutuo. Le prospettive sul lungo periodo non sono lusinghiere e frenano le banche ma anche gli italiani a farsi carico di un mutuo. I nuovi mutui sono calati nel mese di marzo di ben il 25,8%. A mantenere alta la domanda sono invece in particolare gli under 35 che mostrano un’incidenza stabilmente superiore al 30% del totale ed esercitano un ruolo di traino sull’intero comparto.

La situazione dei prestiti evidenzia l’incertezza economica

L’incertezza si legge anche in relazione ai presiti personali, aumentati più del 24% con durate di rimborso più lunghe e superiori nell’80% ai 15 anni. In questo contesto la BCE si prepara a una serie di misure d’emergenza per sostenere i titoli di stato dell’area Euro. La situazione congiunturale particolarmente instabile darà modo di prolungare le altre misure straordinarie di politica monetaria. Davanti alla fiammata dell’inflazione, la Banca centrale europea conferma che in autunno smetterà di acquistare titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona. Questo può influire in modo particolare sui paesi più indebitati come l’Italia. Nonostante questo, le difficoltà degli ultimi anni hanno indirizzato il flusso di richieste verso le piattaforme fintech.

Gli operatori digitali hanno visto nell’ultimo trimestre una crescita della richiesta di credito cresciuto del 178% rispetto allo stesso periodo del 2021. In definitiva sarà però necessario avere un quadro più completo degli effetti della guerra in Ucraina. Per questo motivo e considerando che l’alta inflazione si accompagna a una bassa crescita, le decisioni sulla fine del Quantitative easing saranno prese solo a giugno.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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