Annullare un matrimonio può cancellare anche l’obbligo di mantenimento all’ex coniuge?

Può davvero un matrimonio essere cancellato come se non fosse mai esistito? In certe situazioni, la risposta è sì. E questa possibilità può stravolgere ogni equilibrio, soprattutto sul piano economico. Quando un vincolo viene annullato, le conseguenze legali vanno ben oltre la semplice rottura sentimentale.

In gioco c’è anche il diritto al mantenimento, che potrebbe dissolversi insieme alle promesse nuziali. Parlare di come non pagare il mantenimento all’ex coniuge non significa aggirare la legge, ma conoscerne i meccanismi.

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Il matrimonio è spesso vissuto come un patto indissolubile. Ma non tutti i matrimoni sono validi fin dall’inizio. Alcuni, per motivi precisi, possono essere annullati. L’annullamento, a differenza del divorzio, non interrompe un vincolo valido: lo cancella del tutto, con effetto retroattivo. In pratica, quel legame non è mai esistito per la legge. Questo cambia radicalmente le cose, anche sul fronte degli obblighi economici tra ex coniugi.

Il mantenimento all’ex coniuge, previsto in caso di separazione o divorzio, si basa sull’esistenza di un matrimonio valido. Se però il vincolo è stato annullato, anche quel diritto decade. La regola generale è semplice: senza matrimonio, niente obblighi di mantenimento. Ma come sempre, ci sono eccezioni.

Quando l’annullamento non elimina tutto

Nonostante l’annullamento cancelli il matrimonio alla radice, la legge tutela chi ha agito in buona fede. Se uno dei due coniugi non era a conoscenza dell’impedimento o del vizio che rendeva nullo il matrimonio, ha diritto a ricevere un’indennità. Questa comprende anche una somma equivalente al mantenimento per tre anni. Non è una rendita a tempo indeterminato, ma una misura temporanea pensata per offrire un minimo di protezione a chi si è trovato vittima della situazione.

Persona che conta banconote
Quando l’annullamento non elimina tutto-trading.it

La legge parla anche di “matrimonio putativo”, quando entrambi i coniugi hanno contratto il vincolo in buona fede. In questi casi, il giudice può stabilire un assegno periodico, ma solo se sussistono condizioni economiche tali da giustificarlo. Anche qui, però, il periodo non può superare i tre anni.

Se invece entrambi erano consapevoli dell’irregolarità del matrimonio, la situazione è chiara: nessuno dei due ha diritto ad alcuna forma di mantenimento. E non basta affermare la buona fede: è chi la contesta che deve provarne l’assenza.

Il quadro cambia ancora se, prima dell’annullamento, i due coniugi avevano già divorziato. In quel caso, l’assegno di mantenimento stabilito con la sentenza di divorzio continua a valere, perché è ormai autonomo rispetto al matrimonio.

In questo senso, l’annullamento del matrimonio può diventare una strategia legittima per interrompere anche ogni legame economico con l’ex. Ma attenzione: non è una via “automatica” per non pagare più nulla. Serve la presenza di cause precise e l’assenza di dolo o malafede.

Chi si chiede come non pagare il mantenimento all’ex coniuge deve valutare attentamente la propria posizione, rivolgendosi a un legale esperto. La buona fede, i precedenti giudiziari, la situazione economica e la presenza di figli sono tutti elementi che influenzano il giudizio finale.

Annullare un matrimonio, insomma, non è solo un atto simbolico. Può segnare la fine effettiva di ogni dovere, anche economico. Ma per arrivarci servono condizioni ben definite. Non si tratta di furbizia, ma di diritto.

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