Un crollo inatteso, una nuova guida al timone e segnali tecnici da non sottovalutare. Stellantis, uno dei grandi protagonisti del settore automobilistico, ha vissuto settimane turbolente che hanno sorpreso il mercato.
Un titolo che sembrava inarrestabile ha improvvisamente perso quota, mettendo in discussione previsioni ottimistiche e strategie a lungo termine. Mentre gli occhi restano puntati sul nuovo amministratore delegato, il destino dell’azienda potrebbe giocarsi tutto nei prossimi mesi.

A marzo 2024, le azioni Stellantis avevano raggiunto un massimo di 23,50 euro, toccando livelli che facevano pensare a nuovi orizzonti. Ma nel giro di poche settimane, qualcosa si è rotto. Il titolo ha cominciato una discesa rapida e profonda, toccando 6,89 euro nel mese di aprile. Un tonfo che ha lasciato il segno sia tra gli investitori sia nel settore automobilistico. La perdita di oltre il 70% del valore in così poco tempo non può essere ignorata.
Le cause sono diverse e si intrecciano tra loro. Il rallentamento delle vendite in Europa ha inciso in modo netto, in particolare nel segmento elettrico, dove l’adozione continua a essere inferiore alle attese. In parallelo, problemi legati alla catena di fornitura e una domanda più debole hanno creato un terreno scivoloso. In questo scenario, un elemento tecnico ha avuto un impatto importante: il titolo ha toccato la media mobile a 200 mesi, un livello che in passato, nel 2016 e nel 2020, ha anticipato fasi di debolezza e crolli marcati.
Filosa al vertice in piena tempesta: segnali contrastanti dal mercato
Nel bel mezzo della discesa, Stellantis ha annunciato un cambio al vertice: Antonio Filosa è stato nominato nuovo CEO. Manager esperto, con una solida carriera all’interno del gruppo e successi alla guida di Jeep in America Latina, arriva in un momento complicato. La sua nomina è stata accolta con interesse, ma anche con prudenza: la situazione è tesa, e il mercato vuole vedere risultati concreti.


Le prime reazioni sono state miste. Alcune banche d’affari hanno confermato una visione neutrale sul titolo, riconoscendo la solidità del gruppo ma anche l’incertezza del contesto. Altre hanno ridotto i target price, esprimendo timori per i margini e per l’evoluzione del mercato elettrico. Al momento il consenso degli analisti, secondo quanto riportato da testate di settore, è Hold, ovvero mantenere. Il target medio è fissato a 10,65 euro, segno che si intravede un potenziale recupero, ma non privo di rischi.
A livello tecnico, il primo supporto si colloca a 6,89 euro, mentre la prima resistenza significativa è a 9,837 euro. Per molti osservatori, finché il prezzo non romperà al rialzo questa soglia, sarà difficile parlare di inversione. Il comportamento nelle prossime settimane sarà determinante per orientare le strategie degli investitori.
In una fase così delicata, ogni mossa conta. Il mercato resta in attesa: Filosa riuscirà a dare una nuova direzione al gruppo? Oppure si tratta solo di una pausa prima di ulteriori turbolenze? I prossimi mesi promettono sviluppi interessanti, ma anche nuove domande.