Apple Inc dovrebbe riportare i suoi utili del secondo trimestre giovedì dopo la chiusura dei mercati.
Tuttavia, la situazione è talmente compromessa che potrebbe rifiutarsi di rilasciare pubblicamente il report.
Gli investitori restano preoccupati per l’aggressività con cui le banche centrali provano a domare l’inflazione. A questo si aggiunge il rischio rappresentato dal conflitto in Ucraina che si sta sempre più traducendo in un rallentamento dell’economia globale.
Jerome Powell. Egli ha ammesso che sia necessario contrastare “assolutamente” l’inflazione americana, prospettando un rialzo dei tassi dello 0,5% a inizio maggio. A questo si affianca un problema più direttamente legato alla produzione in Cina. Cupertino potrebbe non rilasciare la guidance per il terzo trimestre, a causa dei fermi nella produzione di diversi prodotti Apple.
La Cina continua ad essere in difficoltà a causa del Covid-19. Giovedì scorso il governo ha dichiarato 29.411 nuovi casi, concentrati principalmente nella zona di Shangai. Oltre la salute dei cittadini e dell’economia cinese c’è anche Apple. Le nuove limitazioni attuate per contenere la diffusione del virus hanno messo in difficoltà il più grande stabilimento di assemblaggio di iPhone del mondo, sito nell’area della città di Zhengzhou.
Lo stabilimento in questione è della Foxconn, azienda taiwanese che allo stato attuale potrebbe non allo stato attuale non essere autorizzato a riavviare le fabbriche fino all’inizio di maggio. Oltre ai prodotti Apple l’azienda è molto importante per altri colossi della Silicon Valley come Samsung nonché la stessa Hauwei.
Il fermo produttivo potrebbe ridurre l’offerta stimata tra i 6 e i 10 milioni di iPhone. Shanghai si sta già avvicinando alla sua terza settimana di blocco e a oggi non è stata comunicata alcuna data di riapertura.
Il perdurare della situazione in concomitanza con il prossimo embargo commerciale dell’Unione europea può causare un’ulteriore crisi. A preoccupare più di tutto è l’effetto congiunto di inflazione e diminuzione dell’offerta di materie prime importanti. Il costo della vita è arrivato all’8,5% negli Stati Uniti e al 7,5% in Eurozona ed è in grado di deprimere ulteriormente i consumi. Con la prosecuzione del sentiment ribassista i titoli più esposti alle vendite sono quelli rischiosi dell’azionario legato soprattutto alle aziende tecnologiche.
Apple al momento non spiega come intende diversificare il rischio di concentrazione della produzione in Cina, il tempo limitato per la presentazione degli utili ha messo il titolo sotto pressione. Apple ha registrato un forte indebolimento e spinto i prezzi al test di importanti supporti che potrebbero, se le aspettative negative fossero ridimensionate, rilanciare il titolo verso la prosecuzione del trend long di lungo termine. Il mese di aprile non è stato particolarmente positivo per le azioni Apple: dopo un inizio a quota 175 dollari, al momento un’azione della società vale poco meno di 155 dollari. Il prezzo ha inoltre superato a ribasso la media mobile degli ultimi sei mesi.
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