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Applicazioni di base per sfruttare a fondo i meccanismi degli oscillatori

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Una strategia nel trading deve essere costituita, per considerarsi tale e poter funzionare, da una metodologia che possa comprendere l’ interezza dell’arco temporale dell’investimento.

Molto spesso si pubblicizzano strategie che si concentrano solo sui criteri di entrata. Appaiono appetibili in quanto molto semplici, lasciandoci però con una grossa lacuna: i soldi si fanno quando si chiude una posizione e non quando si apre. Nonostante ogni tanto qualcuno sembri impegnato a cercare o proporre la formula magica del trading, non esiste uno strumento, un indicatore, un oscillatore o un pattern miracoloso che lo dispenserà da ogni errore, ma soltanto metodi che permettono di avere un vantaggio competitivo nei confronti del mercato.

Le 4 categorie di una strategia

Elaborare una strategia non significa trovare un modo per prevedere dove andranno i prezzi, ma identificare situazioni che si ripetono più o meno frequentemente. Generalmente le strategie possono essere suddivise in quattro categorie, a seconda dei movimenti del prezzo possiamo avere:

  • Trend following. Sono le strategie che applichiamo quando il prezzo assume una direzione precisa e ciclica. È noto il moto “trend is your friend”. Questo genere di strategia consente di guadagnare allineandosi alla tendenza dominante, acquistando all’aumentare dei prezzi o vendendo al loro diminuire.
  • Counter trend. Sono le strategie che funzionano in modo contrario a quelle trend following. Solitamente sono le strategie che danno maggiore gratificazione emotiva e pecuniaria, acquistando al diminuire dei prezzi e vendendo al loro aumentare, e tuttavia sono anche quelle più difficili da applicare perché è necessario individuare dove e quando il prezzo raggiungerà il suo massimo nel caso di una vendita, o il suo minimo nel caso di un acquisto.
  • Range. Sono le strategie che funzionano quando il mercato è privo di una tendenza e rimane all’interno di una fascia ristretta di valori. Applicando al massimo o al minimo di questi valori e quindi del range, una logica counter trend.
  • Breakout. Quando la strategia funziona sempre in presenza di un range, ma cercando di sfruttarne la rottura. Si scommette che prima o poi questa area di congestione verrà rotta al rialzo o al ribasso generando una tendenza e proseguendo in quella direzione.

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Momentum, convergenze e divergenze

Vediamo adesso come individuare, per mezzo di uno dei più noti indicatori di momentum, lo stochastic indicator, quando e dove i suoi cicli potranno segnalarci un occasione per applicare una delle quattro strategie sopra descritte. L’indicatore stocastico misura il tasso di variazione dei prezzi rispetto ai loro livelli effettivi in un determinato periodo di tempo. I prezzi:

  • crescono o decrescono a un tasso di variazione crescente (+3 +4 +5) (-3 -4 -5) –> momentum verso ipercomprato o ipervenduto
  • crescono o decrescono a un tasso di variazione decrescente (+5 +4 +3) (-5 -4 -3) –>curva del momentum e possibile inversione
  • crescono o decrescono a un tasso di variazione nullo (+5 +5 +5) (-5 -5 -5) –> momentum in stallo orizzontale

Convergenza

È il caso di una tendenza dei prezzi, in questo esempio possiamo applicare le strategie di tipo trend following al raggiungimento del minimo nei valori dell’oscillatore, se questo si muove in convergenza alla variazione dei prezzi.

Divergenza regolare rialzista

È il caso di una tendenza dei prezzi, in questo esempio possiamo applicare le strategie di tipo counter trend. I prezzi in un trend short formano minimi e massimi inferiori o decrescenti, la divergenza regolare si sviluppa sui minimi in un trend short, il momentum ci dice in questo caso che i prezzi dell’ultimo minimo, in relazione a quello precedente, sebbene siano risultati decrescenti l’uno rispetto all’altro, sono invece crescenti nell’indicatore di momentum stocastico, segnalando che il tasso di variazione dei prezzi decresce a un tasso di variazione decrescente.

Questo squilibrio implica che sebbene i prezzi stiano continuando in direzione del trend, lo stiano facendo a tassi

inferiori sia rispetto al precedente livello di prezzo, sia rispetto al nuovo minimo inferiore. La forza dei venditori che sostiene il trend decresce, sebbene i prezzi segnino nuovi minimi, a causa di ciò i prezzi decrescono eccedendo l’offerta che si esaurisce improvvisamente, portando i prezzi in uno squilibrio opposto.

Divergenza regolare ribassista

È il caso di una tendenza dei prezzi, in questo esempio possiamo applicare le strategie di tipo counter trend.

I prezzi in un trend long, formano minimi e massimi superiori o crescenti. La divergenza regolare si sviluppa sui massimi in un trend long, il momentum ci dice in questo caso che i prezzi dell’ultimo massimo, in relazione a quello precedente, sebbene siano risultati crescenti l’uno rispetto all’altro, sono invece decrescenti nell’indicatore, segnalando che il tasso di variazione dei prezzi cresce a un tasso di variazione decrescente.

Questo squilibrio implica che, sebbene i prezzi stiano continuando in direzione del trend, lo stiano facendo a tassi inferiori sia rispetto al precedente livello di prezzo, sia rispetto al nuovo massimo superiore. La forza dei compratori che sostiene il trend decresce sebbene i prezzi segnino nuovi massimi. A causa di ciò i prezzi crescono eccedendo la domanda che si esaurisce improvvisamente, portando i prezzi in uno squilibrio opposto.

Divergenza inversa rialzista

È il caso di una tendenza dei prezzi, in questo esempio possiamo applicare le strategie di tipo trend following o considerando il prezzo su un time frame superiore le strategie tipo range.

La divergenza inversa rialzista si sviluppa sui minimi in un trend long. Il momentum ci dice in questo caso che i prezzi dell’ultimo minimo, in relazione a quello precedente, sebbene siano risultati decrescenti l’uno rispetto all’altro, sono invece crescenti nell’indicatore, segnalando che il tasso di variazione dei prezzi decresce a un tasso di variazione crescente.

Questo squilibrio implica che, sebbene i prezzi stiano continuando in direzione del trend, lo stiano facendo a tassi superiori sia rispetto al precedente livello di prezzo, sia rispetto al nuovo minimo superiore. La forza dei compratori che sostiene il trend è uguale o maggiore rispetto al precedente livello del momentum, sebbene i prezzi siano uguali o più alti, segnando minimi e massimi superiori. A causa di ciò i prezzi crescono con una domanda crescente pur essendoci un prezzo più alto, confermando quanto più la forza del trend nel successivo movimento a rialzo.

Divergenza inversa ribassista

È il caso di una tendenza dei prezzi, in questo esempio possiamo applicare le strategie di tipo trend following o considerando il prezzo su un time frame inferiore le strategie tipo breakout.

La divergenza inversa ribassista si sviluppa sui massimi in un trend short, il momentum ci dice in questo caso che i prezzi dell’ultimo massimo, in relazione a quello precedente, sebbene siano risultati decrescenti l’uno rispetto all’altro, sono invece crescenti nell’indicatore, segnalando che il tasso di variazione dei prezzi cresce a un tasso di variazione crescente. Questo squilibrio implica che sebbene i prezzi stiano continuando in direzione del trend, lo stiano facendo a tassi superiori sia rispetto al precedente livello di prezzo, sia rispetto al nuovo massimo inferiore.

Ovvero la forza dei venditori che sostiene il trend è uguale o maggiore rispetto al precedente livello del momentum, sebbene i prezzi siano uguali o più bassi, segnando massimi e minimi inferiori. A causa di ciò i prezzi decrescono con una offerta più forte pur essendoci un prezzo più basso, confermando quanto più la forza del trend nel successivo movimento a ribasso.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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