Con il Bonus Maroni si può ritardare la pensione, ma cosa succede quando si raggiungono i 67 anni di età? Ecco cosa deve fare il lavoratore.
Il Bonus Maroni è un’agevolazione prevista per i lavoratori che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata ordinaria o per Quota 103 ma decidono di rimanere a lavoro. Comporta un aumento dello stipendio senza la rinuncia al versamento dei contributi, ma grazie a un esonero del 9,19% su quelli da versare. Il vantaggio economico è, dunque, immediato e, da quest’anno, la quota aggiuntiva corrisposta in busta paga gode dell’esenzione fiscale totale.
Ma chi ha maturato i requisiti per accedere alla pensione anticipata con Quota 103, ossia 62 anni di età e 41 anni di contributi, può presentare domanda per il Bonus Maroni, anche se a breve potrà usufruire della pensione di vecchiaia? Sarà necessario chiedere la revoca del Bonus oppure viene disposta d’ufficio? Facciamo chiarezza su questo fondamentale aspetto.
Nel momento in cui si maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia, non bisogna presentare alcuna domanda per interrompere la fruizione del Bonus Maroni, perché questa è automatica. Di conseguenza, se si inoltra istanza per l’agevolazione economica destinata a chi decide di rimanere a lavorare, questa verrà erogata fino al raggiungimento dell’età pensionabile (ossia 67 anni).
Se, però, il lavoratore dovesse decidere di non andare in pensione, dovrà ritornare a versare i contributi in maniera piena, fino alla pensione. In ogni caso, per tutti i dubbi sulla compatibilità tra la pensione di vecchiaia e il Bonus Maroni, invitiamo a consultare il Decreto Ministeriale del 21 marzo 2023, articolo 1, comma 5. La norma, infatti, stabilisce che l’erogazione al lavoratore dei contributi non versati deve interrompersi nell’ipotesi di riconoscimento di una pensione diretta oppure della maturazione del presupposto anagrafico per la pensione di vecchiaia. A ribadire tale concetto è stato anche l’INPS, con la Circolare n. 102/2025.
In conclusione, una volta ottenuto il diritto alla pensione di vecchiaia, non è più possibile chiedere l’annullamento del Bonus Maroni perché tale misura cessa automaticamente. Fino ad allora, invece, si può rinunciare al pagamento dell’importo trattenuto in busta paga per una sola volta.
Come abbiamo anticipato, la quota di contributi previdenziali che, di solito, il lavoratore versa all’INPS viene mantenuta in busta paga, determinando un incremento della retribuzione netta. Il Bonus Maroni può essere richiesto sia dai dipendenti privati sia da quelli pubblici ed è una concreta occasione per chi vuole tardare il pensionamento senza danni economici. L’interessato, inoltre, continuerà a beneficiare del riconoscimento dei contributi utili per la pensione, evitando un taglio del futuro assegno previdenziale.
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