Aumenta la pensione di 120 euro al mese dal 2026: ecco chi saranno i fortunati e perché

Il 2026 potrebbe portare delle belle novità per alcuni pensionati: spunta fuori il progetto per aumentare gli assegni.

Le incertezze per la riforma delle pensioni continuano a preoccupare tantissimi contribuenti, che temono la soppressione di alcune misure di flessibilità in uscita e l’inasprimento dei requisiti di accesso per la pensione di vecchiaia ordinaria.

aumento pensione
Aumenta la pensione di 120 euro al mese dal 2026: ecco chi saranno i fortunati e perché (trading.it)

Per quanto riguarda la misura degli assegni, a gennaio dovrebbe essere disposto l’ordinario incremento dovuto alla cd. perequazione. Le prestazioni, in pratica, vengono adeguate al costo della vita; se quest’ultimo sale, aumentano anche gli importi spettanti, sulla base del tasso di inflazione registrato dall’ISTAT. Ma si tratta di aumenti che non superano qualche decina di euro. Dal prossimo anno, tuttavia, alcuni pensionati potrebbero ricevere 120 euro netti in più al mese. Chi beneficerà dell’agevolazione?

120 euro in più al mese sulla pensione: cosa succederà dal prossimo anno?

La pensione, al pari degli altri redditi, è soggetta al pagamento dell’IRPEF, l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Nel corso degli anni, ci sono state una serie di modifiche sul meccanismo di determinazione dell’aliquota da versare. Nel 2025, gli scaglioni sono stati confermati a tre, suddivisi nel seguente modo:

scaglioni IRPEF
120 euro in più al mese sulla pensione: cosa succederà dal prossimo anno? (trading.it)
  • 23% per i redditi fino a 28 mila euro;
  • 35% per i redditi tra 28 mila e 50 mila euro;
  • 45% per i redditi superiori a 50 mila euro.

In programma, però, ci sarebbe un’ulteriore modifica dei secondo scaglione IRPEF, per avvantaggiare chi ha redditi medio-alti. In particolare, si potrebbe ridurre l’aliquota di questo scaglione dal 35% al 33% e modificare il tetto massimo di reddito da 50 mila a 60 mila euro. Di conseguenza, su una pensione di 60 mila euro, sulla quota di importo compreso tra 28 mila e 50 mila euro si pagherebbe solo il 33% e, inoltre, per quella di ammontare tra 50 mila e 60 mila euro passerebbe dal 43% al 33%.

Se la riforma dovesse andare in porto, gli interessati riceverebbero più di 1.440 euro annui in più di pensione netta, ossia 120 euro al mese. Una cifra davvero ammirevole, considerati gli attuali tempi di crisi e se rapportata al tradizionale meccanismo di perequazione legato all’inflazione. L’aumento dell’assegno che segue l’andamento dell’inflazione, inoltre, non spetta a tutti allo stesso modo. Il 100% è riconosciuto solo ai pensionati che percepiscono un assegno fino a 4 volte il trattamento minimo, cioè pari a 28 mila- 30 mila euro all’anno.

La quota che eccede tale limite e che è compresa fino a 5 volte il minimo, invece viene rivalutata solo al 90%, mentre quelle che superano tale importo al 75%. La riforma IRPEF, invece, avrebbe dei benefici molto più evidenti, in particolare per la classe media.

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