A partire dal 2023, grazie alla rivalutazione, sarà possibile beneficiare degli aumenti delle pensioni. Scopriamo cosa accadrà il prossimo anno.
Istituto previdenziale, tramite la circolare numero 15 del 2022, ha reso noto che a partire dal 2023 le pensioni saranno più alte per effetto della rivalutazione.
Il fenomeno della rivalutazione si verifica ogni anno e serve a fissare i minimali e massimali, che servono per il calcolo delle contribuzioni dovute ai fini previdenziali e assistenziali.
Stando alla situazione di crisi economica attuale, è altamente probabile che nel 2023 la rivalutazione delle pensioni avverrà ad un tasso pari al 1,9%. Si tratta di un valore leggermente più alto rispetto al tasso attuale dell’1,7%.
Nella circolare pubblicata dall’INPS è stato precisato che nel 2023 l’adeguamento delle pensioni prevedrà anche l’erogazione degli arretrati maturati nel 2022.
A questi andrà poi aggiunto il tasso Istat previsionale registrato nel 2022 che sarà reso noto a fine novembre. Vediamo in che modo le pensioni aumenteranno.
La rivalutazione delle pensioni è un meccanismo mediante il quale la pensione sociale è adeguata al costo della vita prendendo come riferimento i dati pubblicati dall’Istat.
Il termine più utilizzato è rivalutazione, ma in alcuni casi si può sentir parlare di perequazione. In entrambi i casi questo meccanismo serve a rivalutare l’importo pensionistico in base al tasso di inflazione.
Come sappiamo, più il tasso di inflazione sale e minore è il potere d’acquisto di stipendi e pensioni.
Attualmente, a causa della crisi economica e del conflitto tra Russia e Ucraina, si sta assistendo ad un incremento notevole del tasso di inflazione.
Per questo motivo, è probabile che la rivalutazione delle pensioni, che avverrà a gennaio 2023, era un tasso di incremento più alto.
Lo scopo della rivalutazione o perequazione è quello di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni.
Nel corso degli ultimi anni sono state introdotte numerose novità in merito alle modalità di erogazione della rivalutazione. Il legislatore ha più volte rivisto tali modalità, con lo scopo di rispondere alle esigenze di contenimento della spesa pubblica. Questi continui cambiamenti hanno finito per generare molta confusione.
In ogni caso, la perequazione è un meccanismo che riguarda tutte le tipologie di pensioni, anche quella di reversibilità.
L’effetto che la rivalutazione avrà sugli assegni erogati è l’incremento di qualche decina di euro.
Facendo due calcoli approssimativi, è possibile capire che un pensionato che percepisce €2000 al mese riceverà, a partire dal primo gennaio 2023, un adeguamento di €4 lordi al mese. Stiamo parlando dunque di €48 all’anno, ai quali andranno aggiunti gli arretrati che ammontano a circa €50 lordi.
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