Aumenti in busta paga legati ai problemi di salute, in cosa consistono e come fare per ottenerli, nello specifico.
I lavoratori che percepiscono la busta paga, possono ottenere una serie di aumenti, che hanno a che fare con l’ambito dei problemi di salute.
Prima di inoltrarci meglio in questo complesso argomento, è bene dire che ci troviamo in un periodo in cui sono previste molte spese. Si avvicina il periodo di Natale, e certamente, gli esborsi, per le più disparate ragioni, ci saranno.
Avere dei soldi di più in busta paga, può essere utile, soprattutto se si vuole offrire maggiore assistenza a chi ha problemi di salute. Le esigenze, infatti, di coloro che purtroppo non godono di buona salute sono numerose, ed è per questo che un introito in più può essere un significativo aiuto.
Come sappiamo, chi ha problemi di disabilità, ha necessità di qualcuno che lo assista e oltre a una figura di collaboratrice domestica, può configurarsene anche un’altra altrettanto fondamentale.
Le persone che soffrono di una invalidità possono avere bisogno di aiuto anche dalla figura di cui stiamo per parlarvi.
In dettaglio, si tratta della figura dei lavoratori caregivers. Si tratta di un aiuto importante per chi ne necessita, e costoro possono ottenere degli aumenti in busta paga con i permessi Legge 104, una maggiorazione dello stipendio per le ore in cui devono assentarsi dal posto di lavoro, per assistere i propri familiari che soffrono per disabilità di livello grave.
L’aumento si computa a seconda dei ratei di tredicesima e quattordicesima (eventuale), nonché ferie. Per vedere l’importo dell’incremento in busta paga, bisognerà dare un’occhiata sotto la seguente voce: “Maggiorazione ratei PG“.
Tale maggioranza è attuata per lavoratori che sono sotto copertura di CCNL Metalmeccanico. Se si è caregiver di un proprio familiare disabile, è necessario anche darne prova. Questa figura, infatti, si prende cura completamente e gratuitamente del proprio parente non autonomo.
Per darne prova, ci vuole un riconoscimento ufficiale. Di cosa? È necessario provare di convivere con il familiare cui si prestano le cure, da un minimo di sei mesi. In questo modo si porta evidenza del fatto che si tratta di un’assistenza costante per la persona in stato di necessità. Sarà poi, l’INPS, a verificare il tutto.
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