Auto aziendali e fringe benefit: 3 cambiamenti decisivi che potrebbero rivoluzionare tasse e sostenibilità

La tassazione dei fringe benefit per le auto aziendali cambia marcia dal 2025: un nuovo regime premia veicoli elettrici e ibridi con percentuali più basse e introduce un periodo transitorio chiave per imprese e dipendenti.

Dal 1° gennaio 2025 è ufficiale: la Legge di Bilancio 2025 porta una rivoluzione nella tassazione dei fringe benefit auto aziendali concessi in uso promiscuo. Con la Circolare n. 10/E del 3 luglio 2025 l’Agenzia delle Entrate spiega che il fringe benefit si calcola applicando il 50 % del costo chilometrico annuo ACI (basato su 15.000 km), al netto delle somme trattenute al dipendente.

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Auto aziendali e fringe benefit: 3 cambiamenti decisivi che potrebbero rivoluzionare tasse e sostenibilità -trading.it

Ma ecco la svolta: per i veicoli a trazione elettrica la percentuale scende al 10 %, mentre per quelli ibridi plug-in si applica il 20 %, incentivando così l’adozione di soluzioni green. Contemporaneamente, la normativa ha esteso la soglia agevolativa a diverse categorie di fringe benefit, incluso il beneficio fino a 2.000 € per i lavoratori con figli fiscalmente a carico, come ricordato da Confcommercio. Questo significa che la platea dei beneficiari si allarga e i vantaggi fiscali assumono un peso maggiore anche per le famiglie.

Le regole transitorie e le nuove soglie

Per evitare impatti immediati su chi aveva già pianificato o in corso le assegnazioni, il legislatore ha previsto un periodo transitorio fino al 30 giugno 2025. In pratica, restano valide le vecchie percentuali legate alle emissioni di CO₂ se il veicolo è stato ordinato entro il 31 dicembre 2024 e assegnato entro la prima metà del 2025, fino alla naturale scadenza del contratto, come chiarito da analisi di Artser e dall’Osservatorio Riforma Fiscale. Dal 1° luglio 2025, invece, si applica un calcolo basato sul valore normale del veicolo, con un’analisi dell’uso privato secondo le disposizioni del TUIR, come spiegato da Missionline.

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Le regole transitorie e le nuove soglie – trading.it

Questo cambiamento non è secondario: introduce una maggiore responsabilità per i datori di lavoro, che dovranno certificare con precisione la quota di utilizzo privato rispetto a quello professionale. Una transizione graduale che consente alle aziende di rivedere le proprie politiche interne senza penalizzare i lavoratori già assegnatari di veicoli aziendali.

Impatto per aziende, dipendenti e sostenibilità

L’adozione di veicoli elettrici o ibridi plug-in emerge come scelta fiscalmente vantaggiosa: la tassazione scende nettamente, migliorando il benefit per il lavoratore e ottimizzando il costo aziendale. Alcune guide operative evidenziano anche la possibilità di detrarre fino al 70 % di specifiche spese connesse a flotte in uso promiscuo (sintesi da dossier Audi Business). La normativa punta così a rendere più sostenibile la flotta aziendale, allineando la fiscalità a obiettivi ambientali. Occorre, però, precisione nella gestione dell’uso promiscuo, soprattutto con il criterio del valore normale: registrazioni puntuali dei chilometri e strumenti di controllo diventano essenziali per documentare l’uso effettivamente privato, come suggeriscono best practice citate da Quartix.

In questo contesto, anche i lavoratori dovranno essere consapevoli che un uso improprio del veicolo potrebbe generare conseguenze fiscali. Le aziende, dal canto loro, dovranno investire in sistemi di monitoraggio e formazione, così da garantire trasparenza e ridurre rischi di contenzioso. Le nuove regole, quindi, non solo modificano il regime fiscale, ma contribuiscono a un’evoluzione del rapporto tra impresa e dipendente, con benefici che vanno oltre l’aspetto economico e toccano la sfera della sostenibilità e della responsabilità sociale.

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