Cosa succede se un bambino si fa male a scuola? La risposta della giurisprudenza fa guadagnare tanti soldi.
Il solo pensiero che un bambino si faccia male a scuola, è terribile, ma purtroppo accade. Questo si sa, ma al tempo stesso molti genitori non sono a conoscenza del fatto che dalla situazione possono ottenere una cifra alquanto elevata. Ovviamente, l’augurio è che nessuno si faccia niente, ma se accade un episodio spiacevole, ci si tutela così.

Dall’analisi del caso trattato dal Tribunale di Napoli, è possibile comprendere a cosa si sta facendo riferimento. Un liceo in Provincia di Caserta, deve risarcire uno studente con oltre 17 mila euro dopo aver conseguito un infortunio durante una lezione di educazione fisica.
Approfondendo la dinamica dell’incidente, si riscontra che l’episodio avvenuto in data 2 ottobre 2020, si era consolidato quando lo studente protagonista dell’incidente, si è fratturato entrambi i polsi sbattendo conto una parete durante una gara di corsa in palestra.
I genitori hanno citato in giudizio la scuola, affermando che l’esercizio fosse troppo pericoloso da effettuare in vista delle dimensioni limitate dello spazio e della mancanza di protezioni antiurto sulle pareti.
Applicazione della sentenza: come gestire un bambino che si fa male a scuola
La pronuncia n. 7524/2025 poi depositata il 30 luglio scorso, conferma a pieno regime la responsabilità contrattuale della scuola per aver permesso la concretizzazione di un esercizio così pericoloso in condizioni di scarsa sicurezza.

La scuola si è difesa, sosteneva che era stato l’alunno a non ascoltare le indicazioni del docente che regolarmente in palestra, diceva di decelerare.
Ma l’istruttoria dibattimentale è stata fondamentale per chiarire le dinamiche dell’incidente. I compagni hanno testimoniato che era vero che l’insegnante aveva ordinato di correre “fino alla linea di fondo capo”, per poi ritornare indietro, trasformando l’esercizio in una gara di velocità tra coppie di alunni. Ed è qui che si rileva la colpevolezza del docente, che dopo aver visto la prima coppia svolgere l’esercizio senza decelerare, non aveva a sua volta mosso obiezioni a ciò!
Per il Tribunale lo spazio tra la parete e la linea di fondo erano appena 50-60 cm, e non c’erano protezioni antiurto. È stata respinta la versione dell’insegnante. Si conferma il risarcimento di 15.844 euro per il danno non patrimoniale e i 1462 euro per le spese mediche poste in essere dai genitori. La liquidazione della sentenza per danno biologico permanente è stata del 5% oltre a 39 giorni di invalidità temporanea totale.
Il calcolo è frutto dell’applicazione delle Tabelle del Tribunale di Milano finalizzate al risarcimento. Considerando il 15enne, quindi minorenne, e l’averlo reso invalido temporaneamente con entrambi i polsi ingessati. I giudici hanno deciso in relazione al principio della responsabilità contrattuale degli istituti scolastici. Dall’iscrizione subentra un vincolo negoziale da cui sorge l’obbligazione di vigilare sulla sicurezza.
Se la scuola riesce a dimostrar di aver posto ogni accorgimento idoneo a questo fine, non è colpevole. Ma in questo caso, data l’esclusione di concorso di colpa dello studente, la responsabilità è imputabile allo scarso spazio tra punto di arresto e parete.