Il viaggio del Bitcoin nel 2025 sembra raccontare qualcosa che va oltre le cifre. Non si tratta solo di numeri o grafici, ma di emozioni collettive, slanci di fiducia e improvvise ondate di paura. In tutto questo caos apparente, un indicatore silenzioso continua a suggerire la direzione. E se il vero segreto fosse proprio nel modo in cui interpretiamo questi segnali? Siamo davvero pronti a guardare oltre i dati?
All’inizio dell’anno, il Bitcoin sembrava pronto a scrivere nuovi record. A gennaio aveva toccato i 109.154 dollari, spinto da un’ondata di entusiasmo. Poi, un’improvvisa discesa lo ha trascinato fino a 74.426 ad aprile. Una flessione che, per molti, era il preludio di un’altra lunga fase ribassista. E invece, proprio da lì, qualcosa è cambiato.

Il minimo si è formato con precisione quasi geometrica sulla trend line che unisce i punti chiave dell’estate 2024. Da quel livello è partito un nuovo rialzo che ha riportato il prezzo sopra i 110 mila dollari, segnando un nuovo massimo annuale. Chi guarda i grafici ha notato che, su timeframe dal giornaliero al trimestrale, l’Alligator Index è completamente impostato al rialzo. E questo nonostante non ci siano eccessi di ipercomprato sugli oscillatori a breve termine.
Dalle news alle previsioni: cosa sta spingendo il Bitcoin nel 2025
A partire da marzo 2025, il panorama macroeconomico non è certo stato dei più tranquilli. Eppure, il Bitcoin ha mostrato una sorprendente forza relativa. La SEC ha aggiornato le regole sui fondi spot, rendendoli più accessibili agli investitori istituzionali, mentre alcune grandi aziende hanno iniziato a includere criptovalute nelle riserve di bilancio, aumentando l’interesse e la legittimità del settore.

Le banche d’affari hanno colto il segnale. Morgan Stanley ha portato il target di fine anno a 135.000 dollari, mentre Goldman Sachs ha parlato di struttura “costruttiva” sul lungo termine. Anche JPMorgan ha segnalato volumi in crescita durante il recente rally, considerandolo un segno di forza piuttosto che un semplice rimbalzo tecnico.
A livello operativo, restano cruciali i livelli tecnici: supporto a 93.387 e resistenza prima a 112.000, poi a 118.500. Il sentiment è cambiato in fretta: da cauto a fiducioso, se non addirittura entusiasta.
L’Alligator Index guida ancora: quando tecnica e fiducia si incontrano
L’Alligator Index, con le sue tre medie mobili, si è dimostrato utile nel fotografare la fase attuale. Oggi le sue linee sono aperte verso l’alto, segnalando una chiara tendenza rialzista. E ciò che colpisce è che, nonostante il rally, gli indicatori di breve non mostrano segni di esaurimento.
Il fatto che il rimbalzo sia partito con precisione dalla trend line estiva lascia pensare che molti investitori stiano osservando con attenzione quei livelli tecnici. Quando domanda e offerta si scontrano in modo così deciso, è lì che spesso si costruisce un nuovo trend.
La domanda, adesso, è se questa fase sia solo un’estensione del ciclo precedente o l’inizio di qualcosa di nuovo. Con l’interesse istituzionale in crescita e il pubblico retail ancora in attesa, potrebbe esserci ancora spazio per sorprese.