Bolla AI, lo scenario sconvolgente: 364 miliardi di $ di investimenti potrebbero affrontare un tasso di fallimento del 95%?

Il mercato dell’intelligenza artificiale è una bolla pronta a scoppiare? Il dibattito infiamma Wall Street, tra investimenti colossali e multipli azionari che sfidano le medie storiche. Le voci più autorevoli, da Sam Altman al MIT, lanciano avvertimenti mentre le Big Tech continuano a puntare centinaia di miliardi di dollari sul futuro della tecnologia.

L’entusiasmo che circonda l’intelligenza artificiale ha raggiunto livelli vertiginosi, spingendo molti a interrogarsi sulla sostenibilità di questa corsa all’oro tecnologico. Le valutazioni dei colossi del settore, i cosiddetti Magnifici 7, viaggiano su multipli elevati, e le proiezioni di spesa raggiungono cifre astronomiche, alimentando un confronto sempre più serrato con la storica bolla delle dot-com del 2000.

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Bolla AI, lo scenario sconvolgente: 364 miliardi di $ di investimenti potrebbero affrontare un tasso di fallimento del 95%? – crypto.it

Figure di spicco del settore e studi accademici mettono in luce i rischi di un mercato “troppo entusiasta”, mentre altri vedono nell’attuale fase di hype un preludio a una trasformazione tecnologica profonda e duratura. Analizzare i dati concreti su investimenti, spese e rendimenti diventa quindi cruciale per comprendere se siamo di fronte a una solida rivoluzione o a un castello di carte finanziario.

Spese Record e Valutazioni sotto Osservazione

Il cuore del dibattito sulla bolla AI risiede nelle cifre. Le principali aziende tecnologiche, tra cui Microsoft, Amazon, Meta e Alphabet, prevedono di spendere complessivamente tra i 340 e i 364 miliardi di $ in infrastrutture AI nel 2025. Solo Amazon ha pianificato investimenti (CAPEX) per circa 105 miliardi di $ per l’anno in corso, in gran parte destinati all’intelligenza artificiale e al relativo hardware.

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Spese Record e Valutazioni sotto Osservazione. – trading.it

Questa massiccia iniezione di capitale ha spinto le valutazioni dei “Magnifici 7” (Amazon, Alphabet, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia, Tesla) a un rapporto prezzo/utili (P/E) medio di quasi 40 volte, un valore nettamente superiore alla media storica, sebbene ancora inferiore ai picchi della bolla del 2000. A gettare un’ombra su questo scenario è uno studio del MIT, secondo cui il 95% dei programmi pilota basati sull’AI non riesce a generare ritorni sull’investimento misurabili, un dato che alimenta lo scetticismo degli investitori.

Avvertimenti e Prospettive Storiche

Le preoccupazioni non mancano. Lo stesso Sam Altman, CEO di OpenAI, ha messo in guardia sul rischio che il mercato dell’AI sia “troppo entusiasta”, un sentimento ripreso dall’economista Torsten Sløk di Apollo Global, il quale avverte che una potenziale bolla sull’AI potrebbe causare danni sistemici superiori a quelli della crisi dot-com. Parallelamente, analisti di UBS e PGIM evidenziano la fragilità creata dall’aumento del credito privato legato a infrastrutture come i data center.

Tuttavia, non tutte le prospettive sono negative. Il Washington Post traccia un parallelo con Internet, ricordando come molte tecnologie rivoluzionarie attraversino una fase di hype iniziale per poi dimostrare il loro impatto trasformativo nel lungo periodo. In modo simile, il Wall Street Journal suggerisce che un eventuale rallentamento nei progressi dell’intelligenza artificiale potrebbe rivelarsi positivo, permettendo alle aziende di integrare la tecnologia in modo più solido e di mitigare i rischi associati a una crescita troppo accelerata.

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