Bond sottovalutati come i Btp: 7 rendimenti sconvolgenti fino all’11,3% da conoscere ora

Rendimenti in rialzo e spread che si comprimono: mentre i Btp beneficiano del miglioramento del profilo-Italia, alcuni bond esteri offrono ritorni elevati fino all’11,35% in valuta forte. La domanda è se stiano prezzando rischi eccessivi rispetto ai fondamentali, sulla base di dati verificati e scenari macroeconomici aggiornati.

Negli ultimi giorni l’Italia è stata promossa a BBB+ da Fitch, evento che ha favorito le quotazioni e ridotto i rendimenti dei Btp, con una rara convergenza verso i titoli francesi. Come riportato da Reuters, i decennali Italia e Francia hanno viaggiato entrambi intorno al 3,48% nella stessa seduta. In parallelo, l’universo dei bond sovrani in valuta forte mostra ancora sacche di rendimento elevato: il punto è capire dove il mercato stia scontando un rischio Paese più alto del dovuto e dove, invece, i fondamentali e i giudizi delle agenzie di rating giustifichino i livelli correnti.

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Bond sottovalutati come i Btp: 7 rendimenti sconvolgenti fino all’11,3% da conoscere ora – trading.it

In Europa centro-orientale, ad esempio, la Romania presenta rendimenti domestici a 5 anni nell’area del 7,45%, secondo i dati di Investing, mentre l’Ungheria mantiene un tasso ufficiale al 6,5%, il più alto dell’Unione insieme a Bucarest. Nel comparto emergente in dollari compaiono invece rendimenti a doppia cifra: il 2035 dell’Argentina si colloca all’11,35%, mentre la Turchia su scadenze 2030–2031 oscilla intorno al 5,8–6,3%. Emissioni di paesi con rating più solidi, come Brasile e Panama, si attestano invece in area 5,4–5,6%. In questo quadro, la politica interna, i percorsi di riforma e i valori dei CDS restano i driver che determinano la percezione del rischio e la possibile “sottovalutazione” di alcune obbligazioni.

Dove rendono di più: area UE ed emergenti in valuta forte

Il quadro europeo vede i Btp sostenuti dall’upgrade a BBB+ di Fitch, che ha innescato una compressione degli spread e ha ridotto il differenziale con i titoli francesi. Secondo Reuters, il rendimento dei decennali italiani e francesi si è allineato in area 3,48%, un fatto raro negli ultimi anni. Spostandosi a Est, la Romania mostra ancora un tratto ripido sulla curva domestica, con il 5 anni a circa 7,45% come rilevato da Investing, mentre l’Ungheria ha confermato il tasso ufficiale al 6,5%, scelta riportata anche dal Financial Times come indicativa della volontà di contenere l’inflazione.

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Dove rendono di più: area UE ed emergenti in valuta forte – trading.it

Nelle emissioni in valuta forte emergono cedole più generose: l’Argentina 2035 in USD è stata indicata all’11,35%, l’Ecuador 2030 intorno all’8,9%, la Turchia in area 5,8–6,3% a seconda delle linee, e paesi come Brasile e Panama si collocano in fascia 5,4–5,6%. Questi numeri, evidenziati nelle schede di CBonds e ripresi da Bloomberg, riflettono una combinazione di rating, rischi fiscali e cicli dei tassi locali.

Perché rendono così: rating, CDS e politica economica

Il premio per il rischio si forma su tre fattori principali: rating e outlook, dinamica dei CDS e politica economica interna. L’upgrade di Fitch sull’Italia ha dimostrato come un miglioramento del giudizio possa ridurre velocemente il costo del debito. Nel caso della Romania, Reuters ha sottolineato il recente pacchetto di consolidamento fiscale approvato dal governo e accolto positivamente dalle istituzioni europee, che però non ha ancora invertito del tutto l’allargamento dello spread. L’Ungheria, mantenendo i tassi alti, ha puntato a difendere la stabilità della valuta e a contenere l’inflazione, mentre i rendimenti più bassi rispetto a Bucarest sono coerenti con fondamentali macro più solidi.

Nel blocco USD, i rendimenti a doppia cifra dell’Argentina rispecchiano il rating CCC e le incertezze politiche, mentre la Turchia, pur in area BB-, resta sensibile a fattori geopolitici e alle scelte di politica monetaria. La convergenza Italia–Francia in area 3,5% conferma invece come i giudizi delle agenzie e il contesto macro possano incidere immediatamente sui rendimenti. In sintesi, i livelli citati riflettono un mix di dati ufficiali e analisi di mercato raccolte da Reuters, Fitch, Investing, Bloomberg e CBonds, offrendo uno spaccato chiaro sul perché alcune obbligazioni appaiano oggi “sottovalutate”.

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