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Bonus 200 euro, le indicazioni dell’Inps non lasciano scampo: in questi casi va restituito

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Le indicazioni dell’Inps non lasciano scampo ad equivoci, infatti, in alcuni casi il Bonus da 200 euro va restituito. Scopriamo insieme di cosa si tratta e analizziamo nel dettaglio tutte le indicazioni fornite dall’Inps. 

Il bonus una tantum d 200 euro è un’agevolazione importantissima che raccoglierà un’immensa platea di beneficiari. Esso, infatti, spetterà nel mese di luglio a lavoratori dipendenti sia pubblici che del settore privato, lavoratori autonomi, pensionati e disoccupati.

Tale ampio pubblico, infatti, è stato pensato per far sì che quanti più nuclei familiari possibile possano ricevere un’agevolazione in denaro per affrontare al meglio i rincari degli ultimi tempi.

Tuttavia, non tutto è andato per il verso giusto e ci sono alcune categorie di beneficiari che, purtroppo, dovranno restituirlo. Scopriamo insieme di cosa si tratta, chi sono coloro che dovranno rimandarlo indietro e per quale motivo: ci sono davvero tanti casi in cui ciò accade!

Bonus 200 euro, ecco cosa ha comunicato l’Inps: dovrà essere restituito!

Non tutti potranno essere beneficiari del bonus 200 euro una tantum e in molti, addirittura, dovranno restituirlo. Tutto ciò perché ci sono dei casi specifici, poco chiari, per i quali non si ha la titolarità di tale diritto. Un caso lampante, ad esempio, sono coloro che ricevono già un’ulteriore indennità che, però, non sia il Reddito di Cittadinanza.

Nuove indicazioni, ancora, sono giunte dall’Inps e riguardano una categoria non ancora menzionata, ossia quella dei pensionati. Alcuni di essi, infatti, dovranno restituire le cifre ricevute relative all’accredito di tale incentivo. La circolare 73/2022 fornisce ai cittadini maggiori informazioni in merito all’obbligo di restituzione. Esso, infatti, insorge nei seguenti casi:

  • Quando il soggetto risulti avere percepito nel 2021 un reddito superiore a 35.000 euro;
  • Nel caso in cui il trattamento pensionistico venga revocato;
  • In tutte le circostanze in cui si accerti successivamente la non sussistenza del diritto al conseguimento del Bonus, anche a prescindere dal requisito reddituale.

Dunque, qualora l’Inps durante i controlli dovesse riscontrare una o più di queste irregolarità, il beneficiario del bonus dovrà procedere con la restituzione immediata di quanto indebitamente percepito. Ecco quale è la proceduta migliore per la restituzione e per non incombere in procedure ben più gravi.

Come restituire le somme dell’agevolazione

Le somme indebitamente percepite, come già anticipato, andranno restituire all’Inps a seguito degli accertamenti del caso. Ancora, coloro che ne hanno fatto richiesta sapendo di esserne beneficiari ma, ad un certo punto, tale beneficio è decaduto, dovranno fare rinuncia. Questa procedura è consigliata soprattutto per coloro che sanno che i redditi dell’anno 2021 superano i 35mila euro.

Ancora, potrebbe anche emergere che il dipendente abbia percepito il bonus da due datori di lavoro diversi. In questo caso sarà l’INPS a comunicare a ciascuno di essi la quota parte dell’indebita percezione.

Nicola Sabatino

Studente di Banking and Finance presso La Sapienza di Roma, da tempo per passione mi occupo della redazione di contenuti per testate online. Mi occupo di tematiche fiscali e di strumenti di investimento. Creatore di contenuti per la testata Trading.it da oltre un anno.

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