È attivo un nuovo bonus INPS da 850 euro, destinato a una particolare categoria di persone. Quali sono i requisiti per ottenerlo?
Dal mese di gennaio è attiva la nuova Prestazione Universale per anziani, un bonus erogato dall’INPS, introdotto in via sperimentale per il 2025 e il 2026 per aiutare gli ultraottantenni percettori di indennità di accompagnamento, non autosufficienti con un bisogno di assistenza “gravissimo” e con un ISEE fino a 6.000 euro.

Ai fini del riconoscimento della prestazione, dunque, è necessario il rispetto di un determinato requisito reddituale. La normativa, tuttavia, considera valido anche il cd. ISEE ristretto. Cosa indica?
Prestazione Universale: chi può presentare l’ISEE ristretto?
Un Lettore ci ha chiesto spiegazioni in merito all’erogazione della Prestazione Universale per il padre con ISEE di 6.700 euro annui. I dubbi, in particolare, riguardano il presupposto dell’ISEE ristretto. Il Messaggio n. 1842/2025 dell’INPS ha chiarito che il beneficio è riconosciuto anche ai soggetti che presentano un ISEE relativo a un nucleo familiare ristretto e, dunque, che non prende in considerazione i redditi di alcuni membri, purchè non sia superiore a 6.000 euro.

Ma cosa si intende per ISEE ristretto? Si tratta di quello che comunemente viene chiamato anche “ISEE socio sanitario“, richiedibile dai maggiorenni non autosufficienti oppure affetti da disabilità. In tal caso, nella determinazione del valore non viene considerato l’intero nucleo familiare, così da rendere più agevole l’accesso alla prestazione economica. Nel dettaglio, questa tipologia di ISEE è valida solo per richiedere benefici di natura socio sanitaria per i soggetti non autosufficienti o disabili oppure per l’accesso ad agevolazioni legate a corsi di dottorato.
A quanto ammonta la Prestazione Universale?
La Prestazione Universale viene pagata mensilmente ed è composta da una quota fissa, corrispondente all’indennità di accompagnamento, e a una quota integrativa, il cd. assegno di assistenza, ammontante a 850 euro al mese. Questa somma serve per coprire le spese del lavoro di cura e assistenza reso da lavoratori domestici o per l’acquisto di servizi di cura e assistenza da imprese qualificate. Le due quote sono versare con pagamenti differenti: la quota fissa arriva secondo le modalità fissate per l’indennità di accompagnamento, mentre la quota integrativa viene riconosciuta attraverso la piattaforma “Prestazione Universale“.
L’INPS, inoltre, precisa che le persone con disabilità gravissima sono coloro che hanno bisogno di assistenza continua, senza la quale potrebbero sorgere gravi complicanze (fino anche alla morte). Si tratta, ad esempio, di persone in coma, dipendenti da ventilazione meccanica assistita, persone con un gravissimo stato di demenza o con gravissima compromissione motoria da patologia neurologica o muscolare, persone con minorazione visiva totale o con residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, persone con gravissima disabilità comportamentale dello spettro autistico o con ritardo mentale grave o profondo.