Ne parla il Comune con chiarezza, il bonus figli bruciato mette in allarme le famiglie, cos’è successo.
La Regione Sicilia al centro della vicenda, il bonus figli non è stato garantito per mancanza di autorizzazione. I genitori sono in allarme, ma cos’è questo documento, soprattutto chi rischia di perderlo?

Ci sono tante famiglie in difficoltà, molte senza un bonus che gli conceda delle agevolazioni per i figli, non sanno come fare per mandarli all’asilo. È il Comune a dare delle indicazioni inedite, per cui è “competente la Regione siciliana”.
L’amministrazione assicura a gran voce di non avere “responsabilità diretta”, ma è pronta a sostenere famiglie e enti gestori, al fine di favorire un dialogo a livello regionale per chiare la questione.
Lo stesso Comune di Messina afferma che ha provveduto a inoltrare all’INPS l’elenco delle 23 Sezioni Primavera che hanno fatto richiesta, adempiendo così ai propri obblighi nei tempi e nelle situazioni previste. La domanda è per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi educativi dedicati alla prima infanzia, come Micro-nido, spazi gioco, e lo stesso asilo nido. Da qui, è la normativa corrente che stabilisce che questa è una competenza della Regione.
Questo è stato dichiarato proprio in seguito a molteplici segnalazioni da parte di famiglie messinesi che non hanno percepito più il bonus. Si trattava di ben 2 mila euro per ogni nucleo familiare, ma l’INPS ha bloccato tutto.
Ecco perché c’è stato il blocco del Bonus figli, allarme per le famiglie
In questo modo le famiglie devono dire addio alla misura che conferisce loro un aiuto concreto finalizzato alla cura e all’educazione dei piccoli che vanno da 0 a 3 anni. Ma per quale ragione c’è stato il blocco del bonus figli che ha messo in allarme le famiglie?

Sostanzialmente si è riscontrato che le strutture private a Messina non posseggono le autorizzazioni che servono per ospitare i bambini come “nido”. Appunto, per minori sotto i 2 anni e le Sezioni Primavera, tra i 24 e 36 mesi. Tutto questo, anche se sono registrate come scuole paritarie. Sono autorizzazioni che devono essere rilasciate da Comune e Regione.
Così, è il Comune che precisa la posizione, chiarendo che le competenze e le responsabilità istituzionali che possiede, affermando di aver trasmesso all’INPS l’elenco delle sezioni Primavera che hanno fatto richiesta di rilascio parere.
L’autorizzazione deve essere rilasciata dall’Assessore regionale per gli enti locali secondo quanto previsto all’art. 28 della Legge Regionale n. 22/1986. Questa disciplina le modalità di autorizzazione e funzionamento delle strutture socio-assistenziali. È la normativa regionale a dover chiarire le condizioni da rispettare.
Nello specifico, servono l’autorizzazione al funzionamento e all’accreditamento. La prima indica le condizioni per il servizio della prima infanzia, il secondo la verifica dei requisiti che concernono il servizio. L’Amministrazione in ogni caso, resta ferma a compiere chiarimenti al fine di risolvere la problematica.