Se l’obiettivo è il Bonus Figli, bisogna passare dal fondo pensione: analisi caso concreto.
Non tanti ci avevano pensato, ma il Bonus figli può essere consolidato se li si iscrive a un fondo pensione, ma come muoversi? Soprattutto è una possibilità per tutti? Ecco come funziona, conviene, ma è già polemica sul da farsi, ecco perché.
Inizia la polemica attorno il fondo pensione per bebè, è accaduto in Trentino: i buchi della previdenza sociale li pagano proprio loro!
Queste è quanto sarebbe stato delineato dalla Giunta che ne avrebbe appunto realizzato un disegno di legge in merito per trattare la questione. Ovviamente, il fine è quello di determinare un bonus da 1100 euro a chi iscrive il proprio bebè ad un fondo pensione. Ma qual è l’ammontare previsto?
Si tratta i una cifra da 3,2 milioni di euro per il primo anno, e poi ancora altri 2 milioni di euro. Se la cugina europea, la Germania ha posto in essere una “paghetta previdenziale” di ben 10 euro al mese per tutti i bambini dai 6 anni, la quale possa poi integrare le future pensioni, pure nel Bel Paese si sta studiando una misura capace di colmare in maniera efficace le suddette lacune.
Infatti, è stato proprio l’autonomo Trentino-Alto Adige a muoversi. Si parte dai più piccoli per tappare i buchi previdenziali, come già detto, ma c’è di più a far discutere.
Da quanto delineato nel paragrafo precedente si evince che si sta studiando la modalità più efficace per la gestione del Bonus figli, e una delle escamotage in gioco è proprio quella inerente l’istituzione di questo fondo pensione in cui iscrivere i più piccoli. Ma cos’è che non convince ancora? Se ne sta studiando la fruizione, ecco cosa è emerso.
Tutto parte al momento della nascita dei bebè, tassello chiave e di partenza. Appunto, è la stessa Regione ad erogare 300 euro, versando direttamente il bonus figli nella forma di previdenza complementare, a cui risulterà appunto iscritto lo stesso figlio. Diciamo che molti potrebbero non accettare per “principio” una modalità del genere, ma è la sperimentazione della Regione autonoma che sta ponendo le basi, e di cui ancora non si può parlare né bene né male a prescindere.
Quello che è certo è che al momento della nascita del figlio verranno erogati i 300 euro, e nei quattro anni successivi si verseranno ancora altri 200 euro l’anno. Ciò a condizione che la famiglia versi nello stesso fondo, altrettanti euro, minimo si parla di 100 all’anno.
Quindi, in tutto sono 1100 euro di contributo pubblico a bambino, ma è la natura stessa del provvedimento che fa discutere. Essendo in uno stato di sperimentazione, si dovranno attendere nel medio periodo le possibili novità e criticità, se ce ne saranno davvero, ed eventualmente quali soluzioni o cambiamenti di rotta proporre.
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