Quali errori evitare e quali mosse compiere per ottenere il bonus lavoratori fino a 300 euro.
La recente conversione del Decreto PA in legge nella primavera 2025 ha sbloccato un importante “evoluzione” per i lavoratori. Si parla di un bonus fruttuoso, perché avere fino 300 euro ogni mese, in aggiunta, è una ricchezza da non lasciarsi scappare.
Qualsiasi integrazione al reddito è ben accetta, e quando si sbloccano delle situazioni “apparentemente immobili”, si salta di gioia. Per i dipendenti pubblici degli enti locali, appunto Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni, è stato approvato il Decreto PA, il quale proprio durante la primavera del 2025 è stato convertito in legge. Ma cosa prevede la norma?
Significa che gli enti locali possono aumentare la componente stabile del fondo per il salario accessorio, e le posizioni organizzative raggiungono il 48% della spesa sostenuta nel 2023. Quest’ultima posta in essere nel 2023 per gli stipendi tabellari di tutto il personale che non rientra nella categoria di Dirigente.
Un’evoluzione necessaria e rivoluzionaria, perché si va oltre il precedente limite posto dalla normativa risalente al 2016. Da qui, ci saranno degli incrementi medi garantiti che permettono di conquistare fino a 300 euro lordi al mese. Si parla di circa 302 euro lordi su ben 13 mensilità.
Qual è l’obiettivo? Rendere più armonico il trattamento economico dei dipendenti degli enti locali con quelli dei ministeriali, cioè colmare il divario che sussiste tra loro.
Ma a quali condizioni e limiti? Da queste indicazioni si comprende quali saranno i lavoratori che otterranno l’incremento fino a 300 euro. Un bonus molto importante di questi tempi, ecco come ottenerlo senza commettere errori nella procedura.
Questo perché il bonus lavoratori fino a 300 euro non vale per tutti a prescindere. Infatti, non riguarda tutti gli enti locali, perché non è un aumento che si può consolidare a livello generale. Il provvedimento si applica solo alle amministrazioni che hanno i bilanci in equilibrio, ma soprattutto che non necessitano di contributi statali.
Quindi, non si consolida nessun nuovo stanziamento statale, le risorse che servono per finanziare questi aumenti, devono essere reperite esclusivamente dai bilanci degli enti stessi. Da qui, si prevede un rigoroso sistema di monitoraggio, e davanti il mancato rispetto degli obblighi di equilibrio di bilancio, può scattare il blocco del 25% delle risorse incrementali. L’aumento dipenderà dalle scelte e dalle effettive possibilità finanziarie di cui predispone ogni singolo ente locale.
In conclusione, lo sblocco del salario accessorio permette soltanto agli enti locali con i conti in ordine, di aumentare la parte accessoria dello stipendio dei dipendenti pubblico fino a 300 euro lordi mensili. Ciò è ammissibile senza nuovi fondi statali, e questo dipenderà dalla situazione finanziaria di ogni ente.
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