Bonus ristrutturazione e detrazioni fiscali: 3 cose da sapere se ti trasferisci

I bonus ristrutturazione e le detrazioni fiscali sono strumenti molto utilizzati dai contribuenti italiani, ma cosa accade se dopo aver avviato lavori agevolati ci si trasferisce all’estero? E come funziona il tetto di spesa in caso di nuovi interventi? Domande frequenti che meritano un chiarimento preciso.

Sempre più persone scelgono di avvalersi del Bonus Ristrutturazioni o dell’Ecobonus per riqualificare le abitazioni. I lavori di efficientamento e manutenzione straordinaria rientrano in un quadro normativo ricco di regole, che si intrecciano con la fiscalità personale. Non è raro che chi ha già sostenuto spese per decine di migliaia di euro si trovi, poco dopo, a dover valutare un trasferimento all’estero per lavoro.

bonus trasferimento estero
Detrazioni fiscali e trasferimento in Svizzera: 3 cose da sapere sul bonus ristrutturazioni – trading.it

Nascono allora dubbi concreti: le detrazioni fiscali maturate andranno perse in caso di cambio di residenza? I tetti di spesa fissati dalla legge si rinnovano con ogni nuovo cantiere o bisogna tener conto delle somme già utilizzate? Secondo i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate, la risposta dipende dalla tipologia di reddito dichiarato in Italia e dalla natura autonoma o meno dei lavori effettuati.

Molti contribuenti, ad esempio, si trasferiscono in paesi come la Svizzera, mantenendo comunque immobili in Italia. In queste situazioni, il nodo è capire se i redditi prodotti sul territorio nazionale permettono di continuare a sfruttare i benefici. Sul fronte delle spese, invece, il riferimento resta il limite dei 96.000 € per unità immobiliare, salvo casi di interventi autonomi certificati.

Trasferimento all’estero e diritto alle detrazioni

Il trasferimento di residenza fuori dall’Italia non comporta automaticamente la perdita delle detrazioni. Tuttavia, per poter continuare a utilizzare le quote annuali del Bonus Ristrutturazioni al 50% o dell’Ecobonus al 65%, è necessario avere un reddito imponibile in Italia su cui far valere le detrazioni.

Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, un contribuente residente all’estero potrà continuare a beneficiare della detrazione se possiede redditi fondiari, ad esempio derivanti dalla locazione di un immobile situato in Italia e soggetti a Irpef ordinaria. Se invece tutti i redditi italiani sono tassati con regimi sostitutivi, come la cedolare secca, non sarà possibile recuperare le detrazioni.

diritto detrazioni
Trasferimento all’estero e diritto alle detrazioni – trading.it

Gli esperti del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti sottolineano che la residenza fiscale non è quindi il punto decisivo: ciò che conta è l’esistenza di redditi imponibili in Italia. In assenza di questi, le detrazioni restano teoricamente acquisite ma non potranno essere utilizzate, di fatto andando perse.

Nuovi lavori e limite di 96.000 €

Per quanto riguarda il tetto massimo di spesa agevolabile, la normativa fissa il limite a 96.000 € per ogni unità immobiliare. La regola, però, non obbliga a sottrarre le somme già spese in passato se i nuovi interventi sono considerati autonomi.

Secondo la Circolare 17/E del 2015 dell’Agenzia delle Entrate, per considerare un lavoro autonomo rispetto a uno precedente è necessario che sia certificato da titoli edilizi distinti e che non rappresenti la semplice prosecuzione di opere già avviate. Ciò significa che un contribuente che ha sostenuto spese per 30.000 € nel 2023 può, entro il 2025, avviare nuovi lavori sulla stessa abitazione beneficiando nuovamente del massimale intero, purché si tratti di un intervento separato e autonomo.

In mancanza di autonomia, invece, i costi vanno cumulati e sottratti dal tetto originario. Per questo motivo è fondamentale che la documentazione edilizia e fiscale dimostri la distinzione tra i vari cantieri. Gli analisti del Sole 24 Ore ricordano che questa distinzione non è solo formale ma sostanziale: il rischio di contestazioni è elevato se non si rispettano i requisiti indicati.

In definitiva, il contribuente che si trasferisce all’estero non perde automaticamente i benefici del Bonus Ristrutturazioni o dell’Ecobonus, ma deve mantenere un reddito imponibile in Italia per sfruttarli. Inoltre, i nuovi lavori possono godere di un ulteriore plafond di 96.000 € solo se certificati come interventi autonomi.

Gestione cookie