Borse nuovamente in calo, spiccano le vendite del comparto bancario italiano, i mercati cercano di recuperare terreno ma fanno fatica a trovare una nuova direzione.
Non si mantiene la tendenza positiva registrata nei primi giorni della settimana. Prevale il sentiment negativo nonostante alcuni dati confortanti per la zona euro.
L’inflazione in Germania è in calo soprattutto grazie ai sussidi per la benzina. A giugno il dato registra rallentamento al 8,2% mezzo punto in meno rispetto al livello record toccato a marzo del 8,7%. A rallentare il dato sui prezzi al consumo è comunque l’impatto diretto dei sussidi a trasporti ed energia del governo tedesco; questo equivale a un dato sconfortante per l’aspettativa di lungo medio termine.
Il dato è negativo in altri Paesi come la Spagna, dove la crescita dei prezzi è stata del 10%. Segna il livello più alto in 37 anni. Domani Eurostat pubblicherà la stima preliminare dell’inflazione per tutta la zona euro.
Sul Ftse Mib spiccano le vendite sui titoli del comparto bancario come Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e UniCredit. La peggiore tra queste nonché le più esposte in Russia sono Banca Intesa e Unicredit che perdono a metà seduta circa il 4,73 e il 6,23%.
Positivo il calo del rendimento del Btp a 10 anni che si consolida sotto il 3,5% con lo spread che rimane sotto intorno ai 199 punti base.Questa mattina il Tesoro ha collocato Btp a 5 anni che ha registrato invece un incremento del rendimento al 2,74% stabilendo il record dall’ottobre 2013.
Wall Street tutti e tre i listini, dopo due giorni di perdite e dopo essere ritracciate la scorsa settimana facendo credere a un interruzione del trend short, si stanno indirizzando per la prima volta dal 2015 verso il secondo calo trimestrale consecutivo. Il sentiment rimane quello di una forte aspettativa di recessione. Lo testimonia anche l’indicatore di giugno dell’eurozona che perde 1,0 punti arrivando a quota 104. Il crollo registrato dal sondaggio mensile pubblicato mensilmente dalla Commissione è dovuto in gran parte al crollo della fiducia dei consumatori che si avvicina al punto più basso raggiunto all’inizio della pandemia.
L’umore complessivo dei mercati resta di sfiducia anche nei confronti delle nuove politiche monetarie; l’impressione è fermare l’inflazione in questo contesto causerà una nuova recessione economica. Tutte le grandi economie dell’Ue vedono la fiducia in calo: Paesi Bassi (-3,6), Germania (1,9), Spagna (-1,9), Polonia (-1,5), Francia (-1,0) e Italia (-1,0).
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