Su quali BTP si può investire per guadagnare il 2% netto all’anno

I BTP 2028 sono oggi tra i titoli di Stato italiani più analizzati, grazie al loro equilibrio tra rendimento e stabilità. Due emissioni in particolare, il BTP 2,65% giugno 2028 e il BTP 0,50% luglio 2028, offrono un esempio perfetto di come cedole molto diverse possano portare allo stesso rendimento effettivo. Un caso emblematico che aiuta a comprendere la logica del mercato obbligazionario italiano e il rapporto tra prezzo, cedola e rendimento.

Negli ultimi mesi, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha evidenziato come la domanda di BTP con scadenze medio-brevi sia in crescita, sostenuta dalla prospettiva di una Banca Centrale Europea meno aggressiva e dal rallentamento dell’inflazione. Gli investitori cercano strumenti capaci di proteggere il capitale, mantenendo un rendimento reale positivo. Il confronto tra i due titoli del 2028 è interessante perché, pur avendo cedole nominali molto diverse, raggiungono un rendimento netto analogo, pari a circa 2,3%. Ciò dimostra come, nei titoli di Stato, la cedola non sia di per sé un indicatore di convenienza: il vero parametro da osservare è il rendimento effettivo a scadenza.

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Su quali BTP si può investire per guadagnare il 2% netto all’anno-trading.it

Il fenomeno è spiegato dal principio di compensazione tra prezzo e cedola, una delle regole base dell’obbligazionario, che consente al mercato di riequilibrare costantemente il valore dei titoli. Le rilevazioni di Banca d’Italia mostrano come questo equilibrio sia il motivo per cui molti BTP con caratteristiche diverse finiscono per offrire lo stesso rendimento netto, differendo solo nella distribuzione dei flussi nel tempo. Il risultato è un quadro stabile, coerente e di particolare interesse per i risparmiatori italiani orientati alla sicurezza.

Due BTP con cedole diverse ma rendimento identico

Secondo gli esperti del MEF, questa dinamica riflette la naturale compensazione del mercato: un titolo con cedola più alta tende a costare di più, mentre uno con cedola inferiore viene prezzato meno. In entrambi i casi, il rendimento complessivo converge sullo stesso livello. Le analisi di Banca d’Italia spiegano che questo principio di equilibrio permette agli investitori di scegliere in base al proprio profilo: chi preferisce flussi periodici più consistenti può orientarsi sul BTP con cedola più alta, mentre chi punta a un guadagno finale può preferire quello a cedola ridotta. Per il risparmiatore retail, la differenza tra i due titoli è più contabile che sostanziale, poiché entrambi rispondono alla stessa logica di rendimento reale e stabilità a breve-medio termine.

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Due BTP con cedole diverse ma rendimento identico – trading.it

I Buoni del Tesoro Poliennali rappresentano una delle forme di investimento a basso rischio più apprezzate, grazie alla garanzia statale e alla tassazione agevolata al 12,5%. Entrambi i titoli in analisi — il BTP 2,65% e il BTP 0,50% — hanno scadenza nel 2028 e offrono un rendimento netto effettivo simile, intorno al 2,3%, ma con modalità di remunerazione differenti. Il primo paga una cedola più elevata, ma quota leggermente sopra la pari (circa 101 €), mentre il secondo, con cedola ridotta, si acquista sotto la pari (circa 95,47 €) e offre un vantaggio in conto capitale alla scadenza.

BTP 2028 e la nuova fase dei tassi in Europa

Il 2026 potrebbe segnare una svolta per i mercati obbligazionari: la BCE ha già rallentato la stretta monetaria e gli operatori si attendono un graduale allentamento delle politiche restrittive. In questo contesto, i titoli con scadenza 2028 rappresentano una posizione intermedia ideale, capace di offrire protezione dalla volatilità e stabilità di rendimento. Gli esperti del MEF parlano di “fascia di stabilità”, poiché i BTP a medio termine presentano oscillazioni di prezzo più contenute rispetto alle scadenze lunghe e rendimenti più competitivi dei titoli a breve.

La domanda rimane sostenuta, soprattutto tra gli investitori retail italiani, attratti dal mix di sicurezza e rendimento reale positivo. Banca d’Italia conferma che il mercato dei BTP medio-brevi continua a registrare volumi in crescita, grazie alla fiducia dei risparmiatori e all’appeal di una tassazione inferiore rispetto ad altri strumenti finanziari. In sintesi, la sostanziale parità di rendimento tra i due titoli del 2028 riflette la coerenza del mercato obbligazionario italiano: una struttura che premia la trasparenza e consente di diversificare il portafoglio mantenendo una solida protezione dal rischio di tasso e di credito.

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