BTP a confronto: più cedola oggi o più guadagno domani?

Due BTP italiani, due mondi diversi. Basta poco per cambiare completamente l’esito di un investimento, anche restando nell’ambito dei titoli di Stato. Tra cedole elevate e acquisti sotto la pari, le opzioni sono più articolate di quanto sembri. E a volte, proprio dove l’apparenza suggerisce un guadagno modesto, si nasconde una strategia fiscale efficace e un rendimento più interessante. Investire in BTP non significa soltanto puntare sulla sicurezza: significa anche saper scegliere la configurazione più adatta ai propri obiettivi e tempi.

I BTP non sono tutti uguali, anche se sulla carta possono sembrare simili. Ogni titolo ha il suo profilo, e soprattutto offre vantaggi diversi a seconda del contesto in cui viene acquistato. Non è solo la cedola a determinare il guadagno, ma anche il prezzo, la durata residua e il trattamento fiscale.

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BTP a confronto: più cedola oggi o più guadagno domani?-trading.it

L’investitore che guarda oltre la superficie può trasformare un titolo poco appariscente in una fonte di rendimento efficiente. Chi cerca entrate immediate potrebbe preferire cedole più alte, mentre chi ragiona sul lungo periodo può puntare sulla rivalutazione del capitale. Ma attenzione: il fisco ha un ruolo chiave in tutto questo.

Il BTP con cedola bassa e prezzo scontato

Il BTP con cedola dello 0,95% e scadenza nel 2032 si distingue per il prezzo di acquisto inferiore rispetto al valore nominale. Questo significa che, pur offrendo una cedola annua contenuta, permette di ottenere un rimborso finale più alto rispetto alla spesa iniziale. Il guadagno non sta tanto nelle cedole, quanto nella differenza positiva tra il prezzo pagato e il rimborso a scadenza.

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Questa plusvalenza finale è esente da tassazione, in quanto non si tratta di un guadagno da cessione, ma del semplice rimborso del capitale a valore nominale. L’intero beneficio economico legato alla rivalutazione del titolo è quindi netto, senza imposte da versare. Anche le cedole, pur modeste, godono della tassazione agevolata al 12,5% prevista per i titoli di Stato.

Questo titolo si rivela adatto a chi ha un orizzonte temporale lungo e punta a ottimizzare il rendimento attraverso una strategia semplice e lineare. Il ritorno economico cresce con il tempo, senza la necessità di gestire compensazioni fiscali. L’aspetto interessante è che l’intero rendimento effettivo, considerando cedole e plusvalenza, può risultare più vantaggioso di quanto suggerisca la sola cedola nominale.

Il BTP con cedola alta e rimborso sotto costo

Completamente diverso è il funzionamento del BTP con cedola del 6% e scadenza nel 2031. Questo titolo viene scambiato sopra la pari, cioè a un prezzo più alto rispetto al valore nominale. Ciò comporta che, pur ricevendo una cedola generosa ogni anno, a scadenza si incassa una somma inferiore rispetto al prezzo pagato. Si genera quindi una perdita in conto capitale.

Questa perdita, tuttavia, non è necessariamente un elemento negativo. Secondo la normativa italiana, è possibile utilizzarla per compensare eventuali guadagni realizzati su altri strumenti finanziari tassati al 26%, come azioni o fondi. In questo modo, si può ridurre l’imposta da versare su quei profitti, ottenendo un vantaggio fiscale concreto.

Il titolo si presta quindi a un profilo di investimento più attivo e orientato alla gestione fiscale. Le cedole corpose offrono liquidità regolare, mentre la minusvalenza può diventare uno strumento utile per alleggerire il carico fiscale complessivo. È una soluzione adatta a chi ha già un portafoglio articolato e sa pianificare in ottica di bilanciamento fiscale, sfruttando appieno le regole in vigore.

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