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Borsa e Mercati

Btp Italia vs Btp aprile 2030, ecco cosa succede alle performance dei Titoli di Stato

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Le obbligazioni sono in una congiuntura economica straordinaria; è il caso dei Btp con rendimenti record e variazioni importanti delle quotazioni.

Negli Usa e in Ue la curva dei rendimenti sembra essersi temporaneamente appiattita. Gli squilibri economici si scontano sull’avversione al rischio degli investitori.

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Se l’Ue rischia molto più degli Stati Uniti il pericolo di una recessione, data la variabile di una possibile interruzione degli approvvigionamenti del gas, gli investitori anticipano i risvolti economici liquidando i Titoli di Stato italiani.

La congiuntura molto complessa tra spinte inflazionistiche e possibile diminuzione dei consumi non favorisce la crescita economica; aumenta però le cedole e in alcuni casi il prezzo dei Btp. Tra questi c’è il Btp Italia collocato alla fine di giugno con scadenza al 28 giugno 2030. Questo titolo quotato sul mercato telematico di Borsa Italiana ha guadagnato ieri 1% rispetto al prezzo di emissione.

Se il rendimento minimo assegnato al titolo è dell’1,6% il rendimento reale è pari al 1,46%. Questo BTP è inoltre indicizzato all’inflazione italiana secondo l’indice FOI, tramite il quale potrà avere nuovi altri incrementi in termini di rendimento.

Il confronto tra BTP Italia e BTP aprile 2030

Il confronto con il BTP aprile 2030 lascia pochi dubbi sulla convenienza del primo titolo. Questo ha una cedola fissa un prezzo di 0,90 per un rendimento netto dell’1,35%. Il mercato meno propenso al rischio sfrutta l’obbligazione indicizzata per proteggersi da un’inflazione che sembra destinata a ridursi all’obbiettivo del 2% solo tra diversi anni.

L’attuale lotta anti inflazione da vita a un aumento dei tassi che comporta un maggiore premio per il rischio. Il maggiore rendimento può essere supportato in modo diretto solo rendendo sensibile la cedola all’inflazione attuale. Solo se questa dovesse essere inferiore a zero, e quindi in caso di deflazione, la cedola consentirebbe comunque il rendimento minimo garantito.

Questi due fattori continuano perciò a rendere il BTP Italia uno degli asset preferiti sul mercato dei titoli sovrani. Rimane forte l’incertezza sui mercati così come la volatilità, non resta perciò che attendere cauti prima di nuovi acquisti o liquidazioni risvolti concreti della situazione.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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