Il futuro si muove in silenzio, nascosto nei laboratori dove fisici e ingegneri plasmano una tecnologia che promette di rivoluzionare ogni settore. Senza annunci fragorosi, il calcolo quantistico sta entrando nei radar degli investitori più attenti, quelli che sanno riconoscere un’opportunità prima che diventi evidente per tutti.
Non è un fenomeno per chi cerca risultati immediati, ma per chi costruisce visioni di lungo periodo. I capitali cominciano a fluire, le strategie si affinano e i nomi in gioco, noti e meno noti, iniziano a muoversi in una direzione ben precisa. Una rivoluzione invisibile, ma già in marcia.

C’è qualcosa di affascinante nei grandi cambiamenti che iniziano piano. Come se il mondo avesse bisogno di tempo per rendersi conto che sta per cambiare davvero. Il quantum computing ha proprio questo sapore: una tecnologia che oggi sembra distante, ma che potrebbe trasformare settori interi domani. Le sue applicazioni spaziano dalla chimica all’intelligenza artificiale, dalla finanza alla logistica. Non sorprende, quindi, che grandi aziende tecnologiche e startup emergenti abbiano deciso di investire tempo, capitale e competenze in questa corsa. Ed è qui che entra in gioco anche l’attenzione degli investitori, che iniziano a chiedersi non se, ma quando e con chi.
I colossi della tecnologia entrano in gioco con mosse mirate
Nel panorama degli investimenti legati al calcolo quantistico, alcuni nomi già affermati nel mondo tech hanno assunto un ruolo centrale. IBM è tra i più coerenti: da anni sviluppa la piattaforma IBM Quantum e ha delineato una roadmap chiara verso sistemi fault-tolerant, ovvero resistenti agli errori, entro il decennio. L’azienda non si limita alla ricerca, ma ha già reso disponibili le proprie tecnologie tramite il cloud, creando collaborazioni con università, imprese e governi. È una scommessa di lungo respiro, ma supportata da un ecosistema che continua a crescere.

Anche Alphabet, attraverso Google, ha intrapreso un percorso importante. Con l’annuncio della supremazia quantistica nel 2019, ha mostrato di voler essere protagonista in questa rivoluzione. Il suo investimento continua con lo sviluppo di hardware avanzato e con l’integrazione di funzioni quantistiche nel proprio cloud. Il segmento quantistico non ha ancora un impatto diretto sui ricavi, ma contribuisce a rafforzare l’immagine di un’azienda all’avanguardia. Per chi investe, si tratta di affidarsi a un titolo solido, ma con uno sguardo rivolto al futuro.
Nuove promesse e soluzioni alternative in prima linea
Oltre ai grandi nomi, il quantum computing attira startup altamente specializzate. IonQ è una di queste. Si tratta di una pure-play quantistica, interamente focalizzata su questa tecnologia. La sua particolarità sta nell’uso degli ioni intrappolati, una soluzione promettente per creare computer quantistici scalabili. Integrata nei principali servizi cloud, ha già attirato l’interesse di investitori e analisti. È un titolo volatile, certo, ma anche uno dei più seguiti dagli appassionati di innovazione.
Altre realtà come D-Wave e Rigetti Computing offrono approcci differenti, puntando su tecnologie meno convenzionali ma potenzialmente dirompenti. D-Wave, ad esempio, si concentra sull’annealing quantistico, utile per ottimizzare problemi complessi. Rigetti, invece, sviluppa circuiti quantistici universali e lavora su una propria infrastruttura. Entrambe sono ancora in una fase di sviluppo avanzato, ma non priva di rischi. Per chi cerca una via più bilanciata, esistono ETF tematici come il VanEck Quantum Computing UCITS ETF, che offrono esposizione diversificata all’intero settore.
In un mondo in cui tutto cambia rapidamente, c’è chi preferisce seguire il flusso e chi sceglie di anticiparlo. Il calcolo quantistico invita a fermarsi un attimo, studiare le mosse in corso e scegliere con lungimiranza. La prossima grande rivoluzione tecnologica potrebbe essere già iniziata, solo che ancora pochi se ne stanno accorgendo.