L’ordinanza n. 13844/2025 risponde a un caso concreto, e fa capire quando spetta il risarcimento per cancro da fumo.
Per comprendere il conferimento del risarcimento per cancro da fumo bisogna fare un piccolo passo indietro mediante la storia legislativa, e analizzare l’interpretazione odierna in seguito alle pronunce giurisdizionali.

La pronuncia della Cassazione è stata occasione per tornare sul tema della sussistenza o meno della legittimazione passiva in capo all’AAMS, cioè l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, e/o ETI S.p.A. – BAT Italia S.p.A. Si tratta del risarcimento degli eredi del fumatore morto per carcinoma polmonare.
A tal proposito non si può indicare la vittima in concorso di colpa, senza considerare se quando ha iniziato fosse consapevole che il fumo fosse cancerogeno. Né può venire meno a prescindere il nesso di causalità con l’attività del produttore che non ha posto tutte le misure per evitare il danno, o informare correttamente sui rischi.
In questo modo, la Corte di cassazione civile, sez. terza, nell’ordinanza 13844/2025 del 23/05/2025, accoglie il ricorso degli eredi della signora morta di cancro dopo aver fumato un pacchetto al giorno per 30 anni.
È un errore della Corte d’Appello riformare la decisione del Tribunale che aveva posto l’azienda produttrice, responsabile del 50% con la danneggiata. Considerando che il consumo di sigarette fosse un atto di volontà libero della vittima con capacità di agire.
Il concorso di colpa del fumatore si può porre solo se si prova l’effettiva conoscibilità dei rischi del tabagismo. Nel 1965 è escluso, che quando la signora ha iniziato a fumare, che fosse socialmente nota la correlazione, anche se negli anni Settanta la nocività era nota.
Via al risarcimento per cancro da fumo, specifica della Cassazione
La specifica della Cassazione risulta fondamentale per comprendere la materia, proprio al fine di ottenere il risarcimento da cancro da fumo, e in quali casi si è consolidato.

C’è motivo del risarcimento per cancro da fumo. In Italia il divieto di fumare negli locali o sui mezzi di trasporto pubblici, è stato introdotto nel ’75, poi solo 20 anni dopo è stato esteso a certi locali della PA e gestori dei servizi pubblici. Mentre nell’83 è subentrato il divieto di pubblicizzare qualsiasi prodotto da fumo, e in tv lo stesso avviene nel ’91.
La prima completa misura di dissuasione diretta è stata posta dalla legge n. 428 del 29 dicembre ’90, poi integrata dal DLGS n. 184 del 24 giugno 2003.
Il produttore per essere esente da responsabilità, dovrebbe dimostrare di aver adottato ogni misura per evitare il danno. Ad esempio, introducendo filtri per contenere lo sprigionamento di sostanze cancerogene alla combustione, realizzando sigarette con una minor percentuale di catrame, e informando sui rischi.
Con l’ordinanza n. 13844 del 2025 nasce dibattito, poiché secondo Giovanni D’Agata, il Presidente dello “Sportello dei Diritti”, non c’è una risposta uniforme in merito al risarcimento per gli eredi di un fumatore morto per cancro. In generale è complesso ottenere il risarcimento, specie se il fumatore è consapevole dei rischi.