Casa intestata alla moglie, mutuo anche al marito: chi ha diritto alla detrazione?

Casa intestata alla moglie e mutuo cointestato anche al marito: una combinazione che può sembrare innocua, ma che nasconde un’insidia fiscale non da poco. Chi pensa di avere diritto alla detrazione degli interessi passivi si trova spesso spiazzato davanti a una normativa rigida. In molti casi, solo uno dei due coniugi può usufruire dell’agevolazione, anche se entrambi pagano il mutuo. E a volte, non basta aver contribuito economicamente per rientrare nei benefici. Le regole sono precise e non lasciano molto spazio all’interpretazione.

Una giovane coppia decide di acquistare casa. Per comodità, o su consiglio del notaio, l’immobile viene intestato solo alla moglie, mentre il mutuo viene acceso insieme. Tutto sembra a posto, finché non arriva il momento della dichiarazione dei redditi.

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Casa intestata alla moglie, mutuo anche al marito: chi ha diritto alla detrazione?

È lì che emerge il nodo: il marito, pur avendo pagato la sua parte di rate, non ha diritto alla detrazione degli interessi. Una sorpresa amara, che apre interrogativi su come funzionano davvero le regole fiscali. A complicare il quadro ci sono casi simili, in cui piccoli dettagli cambiano tutto. E la linea tra chi può e chi non può beneficiare della detrazione diventa molto sottile.

Casa intestata solo alla moglie: cosa dice la legge sulla detrazione del mutuo

La normativa di riferimento è l’articolo 15 del TUIR, che regola la detrazione degli interessi passivi sui mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale. Per poterne usufruire, il contribuente deve essere contemporaneamente intestatario del mutuo e proprietario dell’immobile. Questo principio è stato ribadito anche dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 7 del 2001.

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Casa intestata solo alla moglie: cosa dice la legge sulla detrazione del mutuo-trading.it

Se la casa è intestata solo alla moglie, il marito, pur firmatario del mutuo, non può portare in detrazione la sua quota di interessi, perché non risulta proprietario neppure in parte. La detrazione, in questo caso, spetta solo alla moglie, a condizione che rispetti tutti gli altri requisiti, tra cui l’utilizzo dell’immobile come abitazione principale entro 12 mesi dall’acquisto.

È importante chiarire che la detrazione spettante alla moglie non riguarda l’intero ammontare degli interessi pagati sul mutuo, ma solo la quota a lei attribuibile, generalmente il 50%. Questo accade perché, anche se il mutuo è cointestato, il Fisco presume che ogni cointestatario sostenga il pagamento della propria parte. Di conseguenza, la moglie potrà portare in detrazione il 19% solo sulla sua metà degli interessi passivi annuali, mentre l’altra metà, sostenuta dal marito, non è detraibile in quanto lui non risulta proprietario.

Non conta quanto viene effettivamente versato per il mutuo, né che le rate siano divise equamente. Senza la proprietà, anche parziale, l’accesso alla detrazione viene negato. È una questione di titoli giuridici, non di contributi economici.

Eccezioni possibili e soluzioni praticabili

Esistono però situazioni particolari in cui questa regola non si applica. Un esempio riguarda i mutui contratti prima del 1991. In quel caso, anche chi non è proprietario dell’immobile può avere diritto alla detrazione, a patto che non possieda altri redditi da fabbricati. Lo prevede la normativa transitoria ancora oggi in vigore per quei contratti.

Fuori da queste eccezioni, la strada per recuperare il beneficio fiscale passa per un atto notarile: l’intestazione della casa deve essere modificata, ad esempio con una donazione di una quota al coniuge non proprietario. È fondamentale che l’atto sia stipulato prima del pagamento degli interessi che si vogliono detrarre, altrimenti l’operazione non produce effetti fiscali retroattivi.

Un’altra condizione spesso sottovalutata è la destinazione dell’immobile: per ottenere la detrazione, la casa deve essere adibita ad abitazione principale. Non è sufficiente averla acquistata con mutuo agevolato; serve anche che il contribuente vi trasferisca la residenza entro 12 mesi dal rogito.

In sostanza, chi affronta un acquisto immobiliare in coppia dovrebbe valutare con attenzione come vengono suddivise le intestazioni. Un dettaglio che può sembrare irrilevante al momento della firma può trasformarsi in una perdita fiscale concreta negli anni successivi. Pianificare questi aspetti prima della stipula può fare la differenza tra ottenere un beneficio e rinunciarvi.

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