Quanto incide davvero la casa sull’ISEE? In molti casi molto meno di quanto si pensi. Tra franchigie, mutui da detrarre e calcoli particolari, il sistema cerca di offrire una fotografia economica più equa. E la prima casa gioca un ruolo delicato in tutto questo.
Dentro ogni cifra, c’è una storia diversa: una famiglia, un sacrificio, un progetto a lungo termine. Ma cosa succede quando tutto questo viene tradotto in numeri? Si scopre che, forse, la legge riesce a riconoscere qualcosa in più del semplice valore di mercato. E proprio lì nasce una tutela concreta.

Chi compila l’ISEE per la prima volta spesso resta spiazzato. Si cerca di raccogliere dati su redditi, conti correnti, proprietà… e poi si arriva alla voce più personale: la casa in cui si vive. Magari acquistata anni fa, magari ancora in fase di pagamento. Quell’immobile non è solo un bene materiale, è parte integrante della vita quotidiana. E allora ci si chiede: ma come verrà considerato? La risposta è più articolata di quanto sembri, e si basa su regole ben precise. Dentro quelle regole si nasconde, a volte, una forma di giustizia silenziosa.
Quando la casa non vale quanto sembra: cosa considera l’ISEE
Il valore che viene inserito nel calcolo ISEE non è quello di mercato, ma quello ai fini IMU. Si parte dalla rendita catastale, si applica un piccolo aumento del 5%, e poi si moltiplica per 160. Questo già riduce sensibilmente l’impatto rispetto al valore reale. Ma la cosa più interessante è che dal totale si può togliere l’importo del mutuo residuo, a patto che sia riferito all’acquisto o costruzione dell’abitazione principale.

Una volta fatto questo, si applica una franchigia di 52.500 euro, che aumenta con più di due figli conviventi. Se il valore netto dell’immobile rientra in quella soglia, non pesa per niente nell’indicatore. E anche se la supera, solo i due terzi della parte eccedente verranno realmente conteggiati. È un modo per proteggere chi, pur avendo una casa di proprietà, ha ancora un mutuo da pagare e non può essere considerato alla stregua di chi possiede una seconda casa libera da impegni.
Mutuo, famiglia e indicatori: un sistema che prova a essere più giusto
Chi ha un mutuo sa bene cosa significa convivere con un impegno costante. Ogni mese una rata, ogni anno un bilancio da fare. È una scelta di stabilità, ma anche una responsabilità lunga nel tempo. Il sistema ISEE, nel suo calcolo, prova a distinguere tra chi ha una casa libera da vincoli e chi sta ancora costruendo, lentamente, la propria sicurezza. Non si tratta solo di numeri, ma di riconoscere l’impegno concreto.
La franchigia non è solo una soglia: è un segnale. Lo stesso vale per la possibilità di detrarre il mutuo: significa che lo Stato considera il percorso non ancora concluso. La casa non è solo un bene: è anche un progetto. E nel complesso sistema dell’ISEE, questo progetto viene in parte rispettato.