Cedola al 6%, ma guadagni solo il 2%! Ecco il BTP che confonde tutti

Un BTP che promette una cedola del 6% sembra troppo bello per essere vero. E, in effetti, c’è un dettaglio che cambia tutto. I numeri attirano, ma è nel calcolo che si gioca la vera partita. Quando un titolo di Stato offre una cedola così alta, la curiosità è inevitabile, ma attenzione: il mercato non fa regali.

Tra prezzi da pagare oggi e rimborsi futuri, il guadagno può rivelarsi molto meno interessante di quanto sembri a prima vista.

Certe promesse fanno girare la testa. Una cedola del 6% su un BTP a sei anni non si legge tutti i giorni. In un periodo in cui i rendimenti sembrano sempre in bilico, è facile pensare di avere tra le mani un’occasione rara.

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Ma chi mastica un po’ di finanza sa che dietro quei numeri tondi e rassicuranti si nasconde sempre qualcosa da analizzare meglio. In questo caso, quel qualcosa si chiama prezzo di mercato, ed è proprio lì che la magia inizia a svanire.

Chi acquista oggi il 6-BTP-1MG31 lo paga 117,36, cioè molto più dei 100 che verranno restituiti alla fine dei sei anni. Ed è proprio questa differenza a cambiare tutto. Anche se ogni anno si ricevono 6 euro di cedola per ogni 100 euro investiti, l’investimento reale supera di gran lunga quei 100, e quindi il rendimento effettivo si riduce.

Altro che 6%! Ecco perché il rendimento effettivo è molto meno di quanto promette

Il dato che fa da sveglia è il rendimento netto effettivo a scadenza: 2,09%. Questo è quanto resta davvero, una volta considerato il prezzo pagato oggi, la tassazione e il rimborso finale. Eppure, a una prima lettura, il titolo sembrava offrire un guadagno del 6% l’anno. Ecco perché in finanza è fondamentale guardare sotto la superficie.

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Altro che 6%! Ecco perché il rendimento effettivo è molto meno di quanto promette-trading.it

Il rendimento lordo effettivo, pari al 2,78%, viene ulteriormente ridotto dalla tassazione del 12,5%. A pesare ancora di più è il prezzo di acquisto: 117,36 euro per ottenere, a scadenza, 100 euro più gli interessi già conteggiati. Il conto, insomma, non è così semplice. A tutto questo si aggiunge il rateo, cioè la quota di cedola maturata ma non ancora incassata, che aumenta ancora il costo di acquisto. Anche questo va pagato e incide sul rendimento.

Il mercato, in sostanza, bilancia sempre le cose. Se un titolo distribuisce molto, viene venduto a caro prezzo. Così, anche se la cedola fa gola, il rendimento finale si allinea a quello di altri BTP di pari durata, che magari offrono cedole più basse ma sono acquistabili vicini alla pari.

Quando i numeri alti ingannano: cosa insegna davvero questo BTP

Questa situazione è un ottimo esempio di come il mercato non regali niente. Una cedola alta attira subito l’attenzione, ma è il prezzo reale dell’investimento che definisce se conviene oppure no. Il guadagno netto, alla fine, dice che non ci sono scorciatoie. L’illusione di incassare tanto ogni anno si scontra con la realtà di aver investito molto di più del valore nominale.

Chi investe in BTP dovrebbe sempre chiedersi: quanto incasso davvero alla fine del viaggio? In un mondo dove l’inflazione, i tassi d’interesse e la fiscalità cambiano rapidamente, è più saggio puntare su trasparenza e calcolo, piuttosto che farsi sedurre dai numeri più appariscenti. E se il 6% fa sognare, il 2,09% netto ci riporta con i piedi per terra. Ma forse è proprio lì che si fanno gli investimenti migliori.

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