Un dettaglio che sembra secondario può cambiare tutto nella dichiarazione dei redditi. Un semplice valore precompilato, se non aggiornato correttamente, può generare errori fastidiosi. Ma perché proprio questo numero suscita tanti dubbi?
E cosa c’entra un indice che pochi conoscono ma che incide davvero sulle tasche di chi affitta? La risposta non è scontata e riguarda un meccanismo che si attiva dietro le quinte, spesso ignorato ma decisivo. Non tutti i contratti di affitto sono uguali, e tra opzioni fiscali e automatismi del sistema, c’è una sottile differenza che può fare molta più differenza di quanto si pensi.

Una scelta fatta all’inizio della locazione si riflette, anno dopo anno, anche nella dichiarazione dei redditi. E quando l’Agenzia delle entrate compila automaticamente, potrebbe sfuggire un passaggio fondamentale. Basta un click per controllare, ma serve sapere cosa cercare.
La dichiarazione dei redditi precompilata ha reso più semplice un compito che in passato richiedeva tempo e attenzione. Tuttavia, questa praticità non è sinonimo di infallibilità. Alcuni dati, come il canone annuo di locazione, possono richiedere aggiornamenti manuali. Chi affitta un immobile con il regime ordinario potrebbe vedere aumentare il proprio canone a causa dell’adeguamento Istat, ma il sistema precompilato dell’Agenzia non sempre riflette questa modifica automaticamente. Questo significa che il dato va controllato e, se necessario, corretto. È un passaggio semplice, ma cruciale, che in molti ignorano, rischiando di inviare una dichiarazione con un importo errato. L’errore non è sempre immediatamente visibile, ma può emergere nel tempo, creando complicazioni evitabili con una verifica tempestiva. È utile sapere come funzionano questi meccanismi e dove intervenire.
Quando il canone Istat aumenta ma la dichiarazione resta al palo
In molti contratti di affitto non soggetti a cedolare secca, è prevista una clausola che consente l’adeguamento del canone all’indice Istat. Questo aggiornamento tiene conto dell’inflazione e consente al locatore di allineare l’importo del canone alle variazioni economiche.

Anche se spesso il cambiamento è minimo, è comunque rilevante ai fini fiscali. Il punto critico nasce quando, nella dichiarazione precompilata, questo aumento non è presente. Il sistema propone l’importo del canone dell’anno precedente o quello registrato al momento dell’avvio del contratto. A meno che il contribuente non intervenga manualmente, l’informazione resterà errata.
L’Agenzia delle entrate avvisa con una nota che, se il canone è stato aggiornato secondo l’Istat, va modificato anche in dichiarazione. Ma non sempre questo avviso viene notato o compreso. Il rischio non è solo formale: dichiarare un importo errato può comportare accertamenti o richieste di rettifica. È quindi importante controllare il proprio contratto, verificare se è previsto l’adeguamento e aggiornare il dato nella precompilata, se necessario. Un’operazione semplice che può evitare noie future.
Il blocco degli aggiornamenti con la cedolare secca
Chi ha scelto il regime della cedolare secca gode di una serie di vantaggi: tassazione sostitutiva, niente imposte di registro, nessun bollo, e una gestione snella del contratto. Tuttavia, uno degli effetti collaterali di questa scelta è la rinuncia all’adeguamento Istat. Questo significa che il canone resta fisso per tutta la durata dell’opzione.
La dichiarazione precompilata, in questo caso, è ancora più rigida. Il sistema non consente modifiche del canone: se si prova a inserirne uno diverso, il sistema blocca la variazione. È un limite pensato per garantire coerenza con il regime scelto, ma può rivelarsi penalizzante se l’inflazione è alta e i valori reali cambiano. È quindi importante essere consapevoli di ciò che comporta la cedolare secca. La sua semplicità non è sinonimo di flessibilità.
Chi affitta con questo regime deve sapere che non potrà rivalutare il canone né fiscalmente né contrattualmente, e che il dato resterà invariato per tutta la durata della cedolare. Una scelta che semplifica, sì, ma che richiede consapevolezza piena. E che, se fatta con leggerezza, può diventare un vincolo poco conveniente.