Chi ha scelto Tesla nel 2015 ha vinto, ma ecco cosa rischi tu oggi

Hai mai pensato a cosa sarebbe successo se dieci anni fa avessi investito una piccola somma su un’azione qualsiasi? E se quella scelta si fosse rivelata un colpo da maestro? C’è chi ci ha provato davvero, puntando su Tesla quando ancora era solo una promessa, non una certezza.

Oggi, i numeri parlano chiaro. Ma cosa ci insegnano davvero questi dati? La risposta potrebbe cambiare il tuo modo di investire, o almeno farti riflettere su una questione chiave: meglio il colpaccio o il passo lento ma costante?

Auto Tesla
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È il gennaio 2015. Hai 1.000 dollari da parte e stai cercando un modo per investirli. Le opzioni sono tante: titoli di aziende famose, ETF, fondi, obbligazioni. Tra le aziende emergenti c’è Tesla, che attira l’attenzione ma è ancora vista da molti come una scommessa azzardata. O magari scegli la via più “tranquilla” e investi nel Nasdaq, che raccoglie molte delle principali società tech. Due strade molto diverse, e oggi, dieci anni dopo, i risultati lo dimostrano.

Chi ha creduto in Tesla ha moltiplicato il capitale

Chi ha puntato su Tesla nel gennaio 2015 oggi ha tra le mani circa 19.130 dollari. In dieci anni, l’azione è cresciuta del 1.913%. Sembra una favola, e in parte lo è. Ma attenzione: è una storia vera solo per chi ha avuto il coraggio (o la fortuna) di restare investito per tutto questo tempo, senza vendere nei momenti di panico o incertezza.

Prezzi e grafico azionario
Chi ha creduto in Tesla ha moltiplicato il capitale-trading.it

Il problema è che non tutte le aziende seguono questa traiettoria. Anzi, molte promettono e poi falliscono. Un caso emblematico è quello di Enron, società americana simbolo del crollo di fiducia nei mercati. Un tempo era tra le stelle di Wall Street, poi è implosa, lasciando i piccoli investitori con un pugno di mosche. Investire su una sola azione, per quanto affascinante, significa esporsi a un rischio enorme.

Puntare su un indice: meno emozioni, più probabilità di vincere

Chi invece ha scelto il Nasdaq, l’indice che raccoglie i big del tech, ha ottenuto un guadagno del 276% nello stesso periodo. Meno spettacolare? Forse. Ma molto più prevedibile. Investire in un indice azionario è come scommettere sull’economia nel suo complesso, e non sul successo di una singola azienda. Alcune saliranno, altre no, ma nel lungo periodo la media tende a crescere.

E se vogliamo ridurre ancora di più i rischi, meglio puntare su indici globali, che abbracciano mercati di tutto il mondo. Perché mentre Wall Street ha corso, Piazza Affari o il Nikkei 225 hanno attraversato momenti lunghissimi di stagnazione. Diversificare significa proteggersi.

In fondo, investire non è indovinare il titolo giusto, ma costruire un percorso che possa reggere nel tempo. Meglio una crescita continua che vivere nell’illusione del colpo grosso. Tu quale strada scegli?

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