Coi bonus non si scherza più: in arrivo rimborsi e dure sanzioni

Ogni caso trattato ha le sue conseguenze secondo l’inchiesta, l’uso illecito del bonus si lega a rimborsi e sanzioni.

Stop agli scatti stipendiali, alcuni triplici rimborsi di somme spese illecitamente e sanzioni concrete per tutti i docenti coinvolti nell’inchiesta dell Carta Docente. Il bonus non va utilizzato in maniera scorretta, ecco chi si ritrova al centro delle dinamiche.

sfondo martelletto del giudice e uomo che legge documento
Coi bonus non si scherza più: in arrivo rimborsi e dure sanzioni- Trading.it

Sono circa trecento gli insegnanti al centro dell’inchiesta che ha messo in luce l’utilizzo illecito del bonus da 500 euro meglio noto come “Carta docente”. Questa agevolazione è destinata a sostenere costi e spese per la formazione professionale del singolo, ma dalle indagini sarebbe emerso qualcosa di poco corretto. Infatti, i professori in questione, avrebbero utilizzato la misura per comprare dei beni che non rientrano nelle condizioni poste.

Si tratta di chi ha acquistato elettrodomestici di vario genere, ma anche televisori, smartphone e condizionatori. Tutti elementi che poco c’entrano con la formazione del singolo.

Le sanzioni iniziano già a fare il loro corso. Si tratta di sospensioni di tre o quattro giorni, ma anche blocco degli scatti di stipendio, o anche la possibile esclusione dal bonus, con il dovere di rimborsare per ben 3 volte la somma impropriamente spesa!

Qual è la situazione al momento?

Occhio all’uso del bonus, sanzioni per chi erra e rimborsi davanti le ingiustizie

Coinvolti un gran numero di insegnanti, sono al centro di procedimenti disciplinari davanti l’Ufficio provvedimenti dell’Ambito territoriale provinciale, lo stesso guidato da Loredana Giannicola. Non manca il supporto di avvocati e rappresentanti sindacali.

persona conta banconote euro

La Procura e la Guardia di Finanza hanno avviato l’inchiesta nel febbraio 2023, e da allora si sono occupate di ricostruire quanto accaduto dal 2018. Perché è stato messo in gioco fino a circa il 2021, un meccanismo tale che avrebbe permesso loro di usufruire del bonus in questione, in maniera illecita, senza farsi però prima scoprire.

Gli insegnanti procedevano nel seguente modo. Dopo un primo acquisto conforme alla finalità del bonus, appunto si tratta di libri di testo o software, gli stessi esercitavano il “diritto di reso” in un negozio compiacente, ottenendo il buono spesa da investire per beni che vanno al di là della formazione professionale.

Si conferma che la Guardia di finanza ha sequestrato beni per un ammontare di 135 mila euro, e in questo fraudolento meccanismo, è stato coinvolto anche un imprenditore di una nota catena di distribuzione. Poiché secondo quanto trapelato dalle indagini, avrebbe facilitato questo sistema, trasgredendo la legge.

Molti docenti hanno cercato di difendersi affermando che alcuni acquisti erano stati posti in essere per colmare lacune delle scuole. Ad esempio, c’è stato chi avrebbe comprato uno smartphone, perché nella scuola mancavano o non funzionavano bene proprio i pc utilizzati per gestire i registri elettronici.

In ogni caso, dall’indagine è evidente che comprare uno smartphone, non rientra nelle indicazioni del bonus che serve esclusivamente per l’aggiornamento professionale e l’arricchimento culturale.

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