Modalità corretta per inserire nel calcolo ISEE un contratto di affitto a canone concordato, come non fare errori.
Non tutti sono a conoscenza della modalità corretta per inserire nel calcolo ISEE un contratto di affitto a canone concordato, mentre altri non sono a conoscenza dei possibili errori in cui possono ricadere. C’è un metodo per compiere ciò, ma bisogna seguire la disciplina e una procedura precisa, altrimenti si cade in difetto e poi si deve avere a che fare con le conseguenze.

Ci sono delle mosse ben precise da porre in essere al fine di inserire nel calcoli ISEE un contratto di affitto a canone concordato. Bisogna per prima cosa, presentare il contratto di locazione regolarmente registrato, con tanto di numero e data di registrazione presso la stessa agenzia delle Entrare.
Segue l’indicazione dell’importo annuale del canone di locazione, previsto dallo stesso contratto, il quale può essere dedotto dal reddito lordo ai fini del calcolo dell’ISEE, questo con un massimo di 7 mila euro più 500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo.
Ancora si deve ribadire che se il contratto di affitto è intestato anche a soggetti che non appartengono al nucleo familiare, si indica solo la quota di canone riferita ai componenti del nucleo.
Ecco come inserire nel calcolo ISEE un contratto di affitto a canone concordato
Arrivati a questo punto bisogna cogliere il tassello chiave, o meglio si tratta dello strumento “mancante” che serve per non commettere alcun errore e porre in essere la giusta procedura al fine di avere un conteggio fiscalmente adeguato e privo di errori.

Sono in tanti a cadere in errore davanti a situazioni del genere, specie dopo i numerosi aggiornamenti della disciplina. In questa guida, si affrontano le mosse utili, passo passo, al fine di completare la pratica in questione senza aver commesso alcuno sbaglio o negligenza che sia.
Per consolidare l’inserimento vero e proprio bisogna utilizzare un documento ben preciso, cioè la DSU, cioè la Dichiarazione Sostitutiva Unica, riportando dei dati precisi. Si tratta degli stessi estremi del contratto, con tanto di codice telematico, quello di ufficio e serie, tutti presenti al momento della registrazione del contratto. L’importo da indicare è uno ben preciso, si tratta di quello legato all’annualità in corso, e da qui non bisogna più sommare anni.
In sostanza, per finalizzare il contratto a canone concordato si inseriscono nei dati ISEE come contratto regolarmente registrato, e alla fine si indica il canone annuale. Quest’ultimo verrà poi dedotto dal reddito per il calcolo finale dell’ISEE. Tali indicazioni sono valide su tutto il territorio italiano.