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Economia e Finanza

Come scegliere la pasta prodotta con materie prime italiane 100% ‘Made in Italy’

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In attesa dei bilanci delle grandi aziende tecnologiche Usa, occupiamoci del quotidiano con un mercato alla base della nostra dieta; quello dei cereali, protagonisti di pasta e riso.

Prefigurando nuovi prezzi al dettaglio per dopo il pane aumentato in Europa e in Italia a livelli record, un altro alimento sta per venire meno dalle nostre tavole; si tratta del riso.

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I costi di coltivazione dei cereali sono arrivati quasi a raddoppiare aumentando dell’80%. Per quest’anno, infatti, ci sarà meno riso per una perdita di circa 300mila tonnellate su circa 1,5 milioni di tonnellate rispetto al 2021. Una perdita del 20% causata da molteplici problemi primo dei quali la siccità; questa ha letteralmente bruciato 23 mila ettari di riso nel pavese e nella Lomellina, con altri 3 mila ettari nel novarese, il totale arriva fino a 26 mila ettari.

Alla natura si aggiungono gli inconvenienti dell’aumento dei costi di produzione. Ciò ha portato molti agricoltori a preferire impostare una strategia per evitare di andare in perdita; il risultato è la riduzione delle superfici dedicate alle piantagioni di riso per un totale di novemila ettari. L’alternativa sono al momento colture come la soia e il girasole che sono più economiche e richiedono meno acqua.

Tra le perdite maggiore anche varietà pregiate, tipiche italiane, dal Carnaroli all’Arborio, al Vialone Nano. Tra i maggiori acquirenti ci sono i tedeschi, francesi e i paesi del nord Europa.

La qualità dei pasti aumenta in alternativa ai consumi fuori casa. Ecco il trend della pasta italiana

Avviene qualcosa di simile in termini di esportazioni anche per la pasta italiana. Questa volta il mercato rimasto florido ha avuto un incremento record del 33% delle vendite; le difficoltà economiche hanno canalizzato le attenzioni dagli aperitivi agli svaghi verso i pasti principali, di cui è aumentata notevolmente la qualità nelle cucine europee.

Dall’analisi della Coldiretti in occasione del World Pasta Day che si è festeggiato il 25 Ottobre, sono i tedeschi a spendere di più in assoluto per acquistare il nostro prodotto più tipico. Si piazzano al secondo posto gli Stati Uniti dove l’incremento è stato addirittura del +45%. Al terzo posto c’è infine la Francia con un incremento del 25%.

La ricerca del Made in Italy è un fenomeno positivo per tutta la filiera in quanto aumenta qualità e controlli garantendo tra formati e più di 300 marchi per molti l’origine nazionale del grano impiegato. L’Italia è il primo paese al mondo per produzione di pasta, sono 3,6 milioni le tonnellate prodotte ogni anno pari al 25% della produzione globale. Il mercato di questo semplice alimento crea un’encomia per un valore complessivo di circa 5 miliardi di euro. Per quanto riguarda i consumi dopo il nostro Paese con 23,5 kg in media a testa all’anno c’è la Tunisia con 17 Kg seguita dal Venezuela con 15 Kg.

Come scegliere la pasta prodotta con materie prime italiane? Per riconoscere la pasta 100% made in Italy bisogna scegliere confezioni in cui viene indicato; “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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