Investire in un BTP a lunga scadenza può sembrare rischioso, ma in alcuni casi diventa una strategia prudente per chi vuole creare un capitale da utilizzare in futuro. Tra i titoli più interessanti c’è il BTP 1,8% con scadenza marzo 2041, che oggi viene scambiato sotto la pari e garantisce un rendimento lordo superiore al 4%. Ecco cosa sapere per capire come funziona e quali incassi può generare un investimento da 50.000 €.
Quando si parla di BTP, il concetto chiave è la differenza tra cedola e rendimento effettivo. La cedola del BTP 1,8% 01-Marzo-2041 (ISIN IT0005421703) è fissata al 1,8% del valore nominale, ma poiché il titolo oggi è quotato intorno a 76,9 €, chi lo acquista beneficia di un rendimento ben più alto. Investire 50.000 € significa ottenere circa 65.000 € di valore nominale, con la possibilità di incassare ogni anno cedole nette oltre 1.000 €. A ciò si aggiunge un guadagno in conto capitale al rimborso, dato che a scadenza il Tesoro rimborsa il 100% del valore nominale.

Secondo i calcoli riportati da Borsa Italiana e dagli analisti di settore, questo titolo offre un rendimento effettivo lordo sopra il 4%, che al netto della tassazione del 12,5% scende poco sotto ma resta competitivo. Le oscillazioni dei prezzi possono incidere solo se si vende prima della scadenza, mentre chi mantiene il titolo fino al 2041 conosce già il flusso di entrate e il rimborso finale.
Caratteristiche del BTP 1,8% marzo 2041
Il BTP 2041 appartiene alla categoria dei titoli di Stato a lungo termine, con scadenza a 16 anni. La sua cedola fissa è pari all’1,8% annuo, corrisposta in due rate semestrali, ma il vero vantaggio deriva dal fatto che oggi si acquista sotto la pari. Con un prezzo di 76,9 €, l’investitore che impiega 50.000 € ottiene circa 65.000 € nominali. Su questo importo vengono calcolate le cedole, che ammontano a 1.170 € lordi all’anno, circa 1.024 € netti dopo la tassazione agevolata al 12,5%.

Alla scadenza del 2041 il rimborso sarà pari ai 65.000 € nominali, con un guadagno netto stimato di oltre 13.000 € solo sul capitale, a cui si sommano più di 16.000 € di cedole incassate negli anni. Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Economia e delle Finanze e i calcoli riportati da Teleborsa, il rendimento netto medio annuo si colloca tra il 3,5% e il 3,7%, superiore al rendimento medio dei depositi bancari e di molti strumenti obbligazionari a basso rischio.
Vantaggi e rischi di un investimento concentrato
Puntare tutto su un BTP lungo presenta vantaggi e criticità. Da un lato, la sicurezza dell’emittente – lo Stato italiano – e la tassazione agevolata rendono questo titolo appetibile per chi cerca stabilità e vuole costruire un capitale da utilizzare al pensionamento. Il prezzo sotto la pari aumenta la redditività complessiva e garantisce un flusso certo di entrate annuali, un aspetto che piace molto a chi desidera integrare il proprio reddito futuro. Dall’altro lato, occorre considerare la sensibilità all’inflazione e ai tassi di interesse: un rialzo improvviso potrebbe ridurre il valore di mercato del titolo, creando perdite per chi decidesse di vendere prima della scadenza.
Inoltre, investire l’intero capitale in un solo strumento riduce la diversificazione, aumentando l’esposizione al rischio specifico di durata. Secondo le analisi riportate dal Sole 24 Ore, i titoli ultralong sono adatti soprattutto a chi può mantenere l’investimento fino a scadenza, senza la necessità di liquidare in anticipo. In questo scenario, il BTP 2041 rappresenta una strategia coerente per chi vuole bloccare un rendimento medio superiore al 3% netto annuo fino al pensionamento, trasformando i 50.000 € iniziali in circa 80.000 € complessivi tra cedole e rimborso finale.