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Conti correnti per tutti? Da una parte si dà, dall’altra si toglie

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Quanto può cambiare la vita quando un diritto diventa accessibile a tutti? In tempi in cui le regole sembrano spesso escludere, una nuova possibilità si apre anche per chi, fino a ieri, non aveva alternative. Non si tratta di un regalo, né di un favore, ma di un passo importante che tocca un tema che riguarda la quotidianità di milioni di persone. Un gesto che può sembrare piccolo, ma che ha il potere di ridefinire il rapporto tra cittadini e istituzioni.

Una novità che, pur con i suoi limiti, porta con sé il senso di una porta che finalmente si apre. Una conquista che non si esaurisce in numeri e norme, ma che si traduce in un accesso concreto a strumenti spesso dati per scontati. C’è però sempre un rovescio della medaglia, un aspetto che richiede attenzione e consapevolezza. Ciò che oggi viene celebrato come una vittoria, porta con sé anche implicazioni che non possono essere ignorate. Questo cambiamento, infatti, non è solo una questione di norme, ma anche di scelte, di costi e di possibilità reali.

Conti correnti per tutti? Da una parte si dà, dall’altra si toglie-trading.it

Quando si parla di accesso ai servizi essenziali, non si può ridurre tutto a un dato tecnico. Dietro a ogni norma c’è una storia fatta di persone che, per anni, hanno dovuto scontrarsi con barriere spesso invisibili. Pensare a un semplice conto bancario può sembrare banale, ma per chi ne è stato escluso non lo è affatto. C’è un senso di dignità che si lega a questo strumento, un riconoscimento che va oltre il suo utilizzo pratico. È come se, finalmente, un messaggio fosse stato lanciato: nessuno deve restare ai margini solo per il suo passato. Ma quanto costa, davvero, questo passo avanti? È solo una conquista, o c’è anche qualcosa che rischia di restare fuori dall’entusiasmo iniziale?

Un diritto che cambia le regole, ma a che prezzo?

La recente decisione del Parlamento ha segnato un punto di svolta: da oggi ogni cittadino ha il diritto di aprire un conto corrente, anche chi in passato è stato etichettato come cattivo pagatore. Si tratta di una misura che rompe un tabù, ponendo fine a quella barriera invisibile che per anni ha impedito a tante persone di accedere a strumenti bancari di base.

Un diritto che cambia le regole, ma a che prezzo?-trading.it

Le banche non potranno più rifiutare l’apertura di un conto senza fornire una motivazione precisa e documentata, limitata a casi estremi come il sospetto di riciclaggio o di finanziamento al terrorismo. È un cambiamento che incide profondamente sulla sostanza: rende il sistema finanziario più inclusivo, abbattendo uno dei muri più difficili da superare per chi era rimasto ai margini. Ma l’aspetto economico non è secondario. Questo nuovo diritto non coincide con la gratuità del servizio: gli istituti possono applicare costi di gestione, commissioni e spese operative, proprio come per i conti ordinari. In questo quadro, il cosiddetto conto di base diventa una soluzione accessibile solo per chi ha un ISEE inferiore a 11.600 euro o per pensionati con redditi molto bassi, con costi azzerati in questi casi. Per chi non rientra in queste soglie, però, restano spese, seppur contenute. E non bisogna dimenticare che il conto di base è limitato: niente libretto degli assegni, niente carta di credito e un numero ridotto di operazioni incluse.

Costi nascosti e limiti dei nuovi conti

Se da un lato questa norma rappresenta un passo avanti, dall’altro mette in luce un nodo cruciale: il peso economico. Un conto aperto per legge non significa un conto senza costi, e per molti clienti le spese di gestione rischiano di rimanere un ostacolo concreto. Anche per i conti agevolati, superato il numero di operazioni previste, scattano ulteriori commissioni, che possono pesare su chi utilizza il conto in modo più intenso. Questo è un punto chiave: la legge assicura il diritto ad aprire un conto, ma non elimina la sensazione di dover “pagare un prezzo” per esercitare questo diritto. Un altro aspetto riguarda la chiusura dei conti: le banche non potranno più chiuderli unilateralmente se hanno saldo attivo, salvo eccezioni gravi, ma resta un margine che può generare incertezza. Il messaggio è chiaro: l’accesso è stato garantito, ma il sistema continua a imporre condizioni che rischiano di lasciare qualcuno indietro.

Gerardo Marciano

Laureato in Giurisprudenza con indirizzo economico, ha ricevuto un Premio Internazionale alla Carriera conferito dal Senato Accademico della Facoltà di Scienze Aziendali e Sociali di ISFOA. Collabora e scrive articoli su tematiche finanziarie per numerose riviste nazionali e internazionali. È autore e coautore di oltre 40 eBook dedicati alla storia dei mercati e all’analisi statistica delle loro serie storiche. Negli anni ha partecipato, in qualità di esperto di storia dei mercati e statistica, ai principali eventi nazionali nel settore del trading e degli investimenti. È stato ospite di canali televisivi come Class CNBC, Le Fonti TV, Finanza Now, Money TV, e le sue opinioni sono state riprese da testate nazionali e internazionali, tra cui Avvenire, Il Sole 24 Ore, Alliance News e MF Dow Jones. Ha inoltre partecipato a trasmissioni radiofoniche in Italia e all’estero. È stato Amministratore Delegato e proprietario di Proiezionidiborsa.it fino al novembre 2023, un sito che, secondo i dati di Alexa, per diversi mesi è stato tra i primi posti nella classifica dei siti italiani più letti.

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